12 ottobre 2024
Aggiornato 12:00
Premio Nobel per la Pace

Nobel, oggi il Premio per la Pace: si punta sui blogger arabi

Alle 11 l'annuncio. In pole c'è anche la presidente della Liberia Ellen Johnson Sirleaf, prima donna a essere eletta capo di stato nel continente africano

OSLO - Nell'anno della «primavera araba», i blogger nordafricani protagonisti e narratori delle rivolte pro-democrazia in Tunisia, Egitto e Libia sono i grandi favoriti per il Nobel per la Pace che sarà annunciato stamattina alle 11 a Oslo. Anche se - stando alla tv norvegese TV2 - avrebbe ottime chance di ottenere il premio anche la presidente della Liberia Ellen Johnson Sirleaf, prima donna a essere eletta capo di stato nel continente africano.

Trovare un vincitore? «Quest'anno non è stato particolarmente difficile» ha confessato il presidente del comitato Nobel, Thorbjoern Jagland intervistato la settimana scorsa dalla France Presse. Dal suo arrivo alla guida del comitato, Jagland si è fatto notare per scelte assai controverse come il premio a Barack Obama nel 2009, soltanto pochi mesi dopo l'insediamento alla Casa Bianca, e poi ancora al dissidente detenuto cinese Liu Xiaobo; riconoscimento quest'ultimo che ha scatenato la collera di Pechino.

Scelto fra una cifra di candidati record - sono 241 gli individui e organizzazioni in lizza quest'anno per l'ambito riconoscimento - il premiato dovrebbe quindi far convergere stavolta su di sé un maggior numero di consensi, almeno stando agli esperti. «La primavera araba è il tema favorito quest'anno» secondo Kristian Berg Harpviken, direttore dell'Istituto di ricerca sulla pace di Oslo (Prio). «Il comitato ha indicato con grande chiarezza che voleva un premio attinente all'attualità e che abbia un impatto sugli sviluppi politici» ha osservato.

Fra i papabili, c'è innanzi tutto una giovane donna: Lina Ben Mhenni, alias Tunisian Girl. Blogger di 27 anni, attivista per i diritti umani ha raccontato sul suo blog - Tunisian Girl - la rivoluzione dei gelsomini in Tunisia in tempo reale, denunciando la repressione da parte del regime di Ben Alì prima che venisse spodestato. Ci sono poi la 33enne Israa Abdel Fattah e il 30enne Ahmed Maher, i cyber-attivisti egiziani che hanno fondato il Movimento 6 aprile, un gruppo nato online nel 2008 che ha poi ispirato le manifestazioni di piazza Tahrir al Cairo di gennaio e febbraio, quelle che hanno portato alle dimissioni di Hosni Mubarak.

Fra gli internauti della primavera araba che potrebbero ricevere il Nobel c'è anche Wael Ghonim, icona della 'rivoluzione Facebook'. Responsabile marketing della Google in Medio Oriente, ha passato dodici giorni in carcere perché accusato di aver ispirato le manifestazioni di piazza al Cairo. La rivista Time l'ha definito «la persona più influente del 2011».

Il Nobel per la pace 2011 sarà annunciato - d'altronde - oggi, 7 ottobre 2011, giorno che segna anche i dieci anni dall'inizio della guerra in Afghanistan in risposta agli attacchi terroristici dell'11 settembre negli Stati Uniti: il premio potrebbe andare all'attivista afgana Sima Samar, che si batte per i diritti delle donne nel paese ed è a capo della Indipendent Human Rights Commission.

Fra gli altri candidati in pole position: Yoani Sanchez, l'attivista cubana che racconta sul suo blog molto seguito la difficile vita sull'isola; Svetlana Gannushkina, che si batte per il rispetto dei diritti umani in Russia con la sua organizzazione non governativa 'Grazhdanskoe Sodeistvie'; l'ex cancelliere tedesco Helmut Kohl; la pacifista liberiana Leymah Gbowee; il primo ministro dello Zimbabwe Morgan Tsvangirai e l'Unione Europea.