Il Cnt boccia l'ipotesi di una forza ONU, Saadi tratta la resa
Il figlio di Gheddafi avrebbe dato la disponibilità a sposare la rivolta
TRIPOLI - La nuova leadership libica ha categoricamente respinto l'ipotesi di invio di una forza militare internazionale dell'Onu in Libia. Il presidente del Consiglio nazionale di transizione (Cnt), Mustafa Abdel Jalil, - ha riferito l'inviato speciale delle Nazioni Unite Ian Martin - ritiene che il Paese non abbia bisogno di un appoggio esterno per garantire la sicurezza. Il rappresentante della Libia all'Onu, Ibrahim Dabbashi, ha detto alla BBC che la situazione in Libia è particolare: «Non si tratta di una guerra civile, non è un conflitto tra due fazioni, è il popolo che difende se stesso da una dittatura».
Secondo Martin, comunque, la sfida maggiore per le Nazioni unite sarà costituita dall'organizzazione di future elezioni democratiche in Libia: «Dobbiamo tenere a mente che non vi è alcuna «memoria vivente» di elezioni nel paese, nessuna macchina elettorale, nessuna commissione elettorale, nessuna storia di partiti politici, di società civile indipendente, di media indipendenti; tutte cose che stanno nascendo solo adesso».
Intanto, secondo alcune fonti militari del Cnt riportate dalla rete satellitare araba Al Jazeera, Saadi Gheddafi, terzogenito del rais, sarebbe disposto ad arrendersi alle milizie ribelli e «ad unirsi alla rivoluzione». «Il nostro apparato di intelligence ci permette di raccogliere informazioni su Gheddafi e i suoi collaboratori, e sappiamo con certezza dove si trovano alcuni di loro», ha spiegato uno dei comandanti delle milizie, Abdelhakim Belhaj, secondo il quale vi sarebbero inoltre «notizie non confermate» sul rifugio del rais.
Belhaj ha riferito di aver avuto un colloquio telefonico con Saadi nel quale il figlio di Gheddafi avrebbe «chiesto di far parte della rivoluzione e di avere garanzie per poter tornare a Tripoli»: «Ci ha dato qualche indicazione su dove si trova, e rimarremo in contatto con lui per seguire la questione», ha ammesso.
Ieri il Consiglio nazionale di transizione ha lanciato un ultimatum alle forze lealiste arroccate a Sirte: arrendetevi entro sabato, o sarà battaglia. A Sirte, intanto, si stanno concentrando anche gli sforzi della Nato, che nelle ultime ore ha aumentato la sua pressione sulle truppe del colonnello, colpendo siti militari e distruggendo armi e mezzi. La missione della Nato in Libia «continuerà finché persisterà una minaccia da parte del regime di Gheddafi contro la popolazione civile» ha fatto sapere la portavoce dell'Alleanza, Oana Lungescu.
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