19 aprile 2024
Aggiornato 07:30
Digiuna da 11 anni

India, la battaglia sconosciuta di Sharmila

Al contrario di quella di Hazare, nessuno conosce la sua protesta contro le leggi speciali che permettono ai militari di abusare dei propri poteri

NUOVA DELHI - In India e all'estero, in questi giorni, non si parla che di Anna Hazare, il militante che con il 'ricatto' del digiuno a oltranza ha piegato il parlamento alle sue condizioni, per inasprire la legge anti-corruzione. Ma c'è chi, in India, fa lo sciopero delle fame da 11 anni.

«Un giorno, anche la mia battaglia sarà riconosciuta»: è l'Indo-Asian News Service, agenzia di stampa indiana, a spostare l'attenzione su Irom Sharmila, una donna che il 2 novembre 2000 ha smesso di nutrirsi, per protestare contro le leggi speciali che permettono ai militari di abusare dei propri poteri per contrastare la guerriglia separatista nel nord-est del Paese. La «lady di ferro di Manipur» - Stato dove vivono circa 2,4 milioni di persone e sono attivi circa 19 gruppi separatisti, che chiedono l'autonomia o l'indipendenza - si è detta convinta, oggi, che arriverà il giorno in cui la sua battaglia contro la violazione dei diritti perpetrata dalle forze di sicurezza sarà conosciuta a Nuova Delhi come la campagna contro la corruzione di Hazare.
«Il governo centrale - ha dichiarato Sharmila - ha riconosciuto Anna Hazare come un vero cittadino indiano e ha accettato le sue richieste. Sono sicura che un giorno il governo riconoscerà la mia battaglia contro le violazioni dei diritti»; ha poi invitato Hazare a visitare il Manipur per «vedere cosa succede qui»: negli ultimi due decenni, circa 10.000 persone sono morte nelle violenze che non danno pace allo Stato.

«Tentato suicidio» - La «lady di ferro», che ora ha circa 40 anni, ha cominciato il suo sciopero della fame dopo aver assistito all'omicidio di 10 persone per mano dell'esercito, a una fermata dell'autobus. Arrestata dopo aver cominciato la sua protesta - con l'accusa di tentato suicidio - è stata trasferita nell'ospedale del carcere, dove hanno cominciato a nutrirla a forza attraverso un sondino nasale. Ogni volta che un tribunale la libera, ricomincia lo sciopero della fame, che la restituisce alle carceri indiane.
Ma la battaglia di Sharmila non ha mai appassionato i media nazionali, anche perché le sue ragioni interessano poco il grande pubblico nelle altre aree del Paese. L'ex ministro degli Interni, Gopal Krishna Pillai, ha detto che la causa di Sharmila «deve poter raggiungere tutta la popolazione», come è successo per Hazare, e che «lei deve spiegare a tutti perché digiuna».