16 aprile 2024
Aggiornato 17:30
Stragi in Norvegia

Breivik: Non ero solo. Oslo, 150.000 in piazza

L'uomo era stato segnalato ai servizi di sicurezza a marzo, dopo l'acquisto di un'ingente quantità di prodotti chimici da un'azienda polacca

ROMA - Centocinquantamila persone si sono radunate questa sera a Oslo per commemorare le vittime delle due stragi che venerdì hanno scosso la Norvegia. Stragi di cui è colpevole Anders Behring Breivik: un'azione necessaria, ha detto, per difendere la Norvegia. Decisa, forse, con altre persone. Il numero delle vittime, intanto, è stato rivisto al ribasso: a morire nei due attentati sarebbero state 76 persone.

In aula, Breivik ha sostenuto che la strage era «necessaria». L'uomo ha precisato di voler salvare la Norvegia e l'Europa occidentale dal «marxismo culturale». Lo ha riferito il giudice dell'udienza preliminare, Kim Heger. Breivik ha dichiarato inoltre di voler mandare «un segnale forte», accusando il partito laburista al potere di fallimento e di aver permesso «una massiccia importazione» di musulmani, che stanno colonizzando la Norvegia. Per Breivik, accusato di terrorismo, sono state decise intanto 8 settimane di carcerazione preventiva, di cui quattro in isolamento totale. «Sono pronto a passare il resto della mia vita in prigione» ha detto Breivik. Ma rischia al massimo 21 anni di carcere. La polizia dovrà chiarire se abbia agito da solo o con alcuni complici: l'omicida, durante l'udienza, ha affermato di aver preparato gli attentati con l'aiuto di «due cellule».

Dopo le indiscrezioni della stampa, la polizia ha confermato che Breivik era stato segnalato ai servizi di sicurezza norvegesi a marzo, dopo l'acquisto di un'ingente quantità di prodotti chimici da un'azienda polacca. «A marzo, abbiamo ricevuto una lista di 50-60 nomi, tra cui c'era il suo» ha detto Janne Kristiansen, direttrice dell'Agenzia di sicurezza della polizia (Pst), alla tv pubblica Nrk. La Pst riceve costantemente «numerose informazioni» su «moltissime persone», ha aggiunto. Nel caso di Breivik, i controlli non avevano evidenziato niente di strano. «Non c'era nulla su di lui, ha vissuto una vita incredibilmente rispettosa della legge» ha aggiunto Kristiansen.
Nel pomeriggio, la polizia ha dovuto anche ammettere di aver sbagliato il numero dei morti sull'isola di Utoya: 68, non 86. Le persone decedute nel centro di Oslo per l'esplosione di una bomba sono invece otto.