29 marzo 2024
Aggiornato 05:30
Tunisia

La politica condanna le violenze, c'è complotto anti-voto

Eplosione in un gasdotto nel nord-est del paese, per il Governo è un atto criminale

TUNISI - Mentre i frutti della «primavera araba» in Tunisia non sono ancora maturi, molti partiti tunisini hanno messo in guardia dall'esistenza - ribadendo quanto affermato dal premier Beji Caid Essebsi in un discorso alla nazione ieri - di un complotto teso a destabilizzare il paese e a ostacolare le elezioni dell'Assemblea nazionale il prossimo 23 ottobre. Sull'onda emotiva delle nuove violenze scoppiate domenica nel centro del paese, in particolare a Sidi Bouzid, città simbolo della rivolta di dicembre, dove un ragazzo di 14 anni è stato ucciso da un proiettile vagante mentre partecipava a una manifestazione, i partiti hanno invitato alla coesione e hanno assicurato che il voto si terrà come previsto.

Uno dei principali partiti tunisini, il partito democratico progressista (Pdp), ha chiesto di mantenere la pace civile e ha chiesto a «tutte le forze democratiche di fare fronte comune contro i tentativi di destabilizzare il paese». Ci sono delle forze che tentano di destabilizzare la situazione nel paese e che vogliono cancellare il processo che permette di andare alle elezioni «in modo sereno», ha detto il segretario generale del Pdp, Maya Jribi.

Negli ultimi giorni sono scoppiati numerosi incidenti - attacchi a commissariati di polizia e manifestazioni - in diverse città del paese, tra cui Sidi Bouzid e a Regueb, poco più a sud. Il movimento islamico tunisino Ennahda (Rinascita) ha condannato la violenza «da ovunque provenga, che sia dei manifestanti o delle forze di sicurezza», mentre molti puntano il dito contro il partito accusandolo dei recenti incidenti. «C'è un piano strumentale per indebolire la stabilità del paese e nuocere alle istituzioni dello Stato con degli attacchi contro poliziotti, posti di polizia o istituzioni militari», hanno rincarato gli ex comunisti di Ettajdid, invitando tutti i componenti della società civile, politica e sindacale a rimanere uniti.

Si è prodotta inoltre un'esplosione su un gasdotto nella regione di Zaghouan, nel nord-est della Tunisia, la quale non ha provocato danni materiali o a persone. Per il ministero dell'Interno tunisino la detonazione, tuttavia, «è dovuta a un atto criminale».