20 aprile 2024
Aggiornato 12:00
Arresto di Ratko Mladic

L'ex generale oggi dal giudice, medici permettendo

Intanto emergono i primi dettagli del fermo: aveva i suoi documenti e due pistole

BELGRADO - Ratko Mladic, l'ex leader militare dei serbi di Bosnia arrestato ieri in Serbia, dovrebbe tornare oggi davanti al giudice dell'Alta corte di Belgrado per i crimini di guerra, dopo la sospensione ieri del primissimo interrogatorio, a causa di perplessità sul suo stato mentale e fisico. Secondo l'avvocato di Mladic, Lilos Salijic, il giudice Milan Dilparic ieri ha tentato un primo colloquio, ma l'ex generale sarebbe parso incapace di comunicare correttamente.

Il legale sostiene che Mladic non ha nemmeno potuto confermare le sue generalità, ma il giudice che lo ha visto smentisce: parlava in modo coerente, ha riferito, era cosciente di essere in stato di arresto e del luogo in cui si trovava. Ha chiesto della sua famiglia, e oggi dovrebbe ricevere in cella una visita di alcuni parenti. Come riporta Radio B92, con ogni probabilità ci sarà un nuovo tentativo di interrogatorio, ma l'arrestato potrebbe prima essere esaminato da un'equipe medica.

L'arresto del ricercato per genodicio e crimini di guerra, in Occidente noto come 'il Boia di Srebrenica', per la Serbia significa una svolta nel suo cammino di integrazione verso l'Ue, ma anche tensioni e polemiche interne. Contro l'arresto dell'ex capo militare serbo-bosniaco ieri sera sono scese in piazza centinaia di persone, tra Belgrado e il capoluogo della Voivodina Novi Sad, dove i manifestanti hanno tentato l'assalto al quartier generale del Partito democratico del presidente Boris Tadic, e ci sono stati anche alcuni feriti.

Mladic è stato arrestato ieri a Lazarevo, un centinaio di chilometri da Belgrado, in prossimità della Voivodina. I dettagli ufficiali sulle modalità dell'operazione non sono stati ancora resi noti, ma il ministro degli Interni serbo, Ivica Dacic, ha smentito che l'ex capo militare utilizzasse falsi documenti a nome di Milorad Komadic: «aveva la sua carta d'identità, a suo nome e la sua vecchia tessera dell'esercito», ha detto. Secondo le indiscrezioni, al momento della cattura, non ha opposto resistenza, malgrado avesse con sè due pistole.