28 marzo 2024
Aggiornato 11:00
Medio Oriente

Italiano rapito a Gaza, minacce di morte in un video choc

Cooperante nelle mani di un Gruppo islamico salafita

GAZA - Un cooperante italiano di 36 anni, Vittorio Arrigoni, è stato sequestrato questa mattina a Gaza City. L'ostaggio, un noto blogger, è apparso in un video circolato su internet bendato con nastro adesivo nero e con segni palesi di violenza sul volto.

Un gruppo islamico ultraradicale salafita ha rivendicato la responsabilità del rapimento e minaccia di uccidere Arrigoni se il governo di Hamas nella Striscia di Gaza non libererà alcuni detenuti fra cui Abu Al Waleed Al Maqdisi entro 30 ore, a partire dalle 11 locali di oggi (le 10 in Italia, ndr). Arrigoni è principalmente un attivista per i diritti umani dell'International Solidarity Movement» (Ism): è lui stesso a descriversi così nel suo profilo Facebook. Il cooperante, originario di Besana Brianza in Lombardia, racconta di vivere a Gaza da circa tre anni.

Giornalista freelance e blogger attivo, con Manifestolibri ha pubblicato un volume sulla sua esperienza nella Striscia intitolato «Gaza Restiamo Umani», già tradotto in quattro lingue. Il suo ultimo post risale a ieri, 13 aprile: «4 lavoratori sono morti ieri notte per via del crollo di uno dei tunnel scavati dai palestinesi sotto il confine di Rafah - si legge nel suo blog - Tramite i tunnel passano tutti i beni necessari che hanno permesso la sopravvivenza della popolazione di Gaza strangolata da 4 anni dal criminale assedio israeliano. Dai tunnel riescono a entrare nella Striscia beni principali quali alimenti, cemento, bestiame».

La Farnesina, che ha ricevuto attraverso il Consolato a Gerusalemme la notizia del sequestro del connazionale Vittorio Arrigoni, ha già effettuato gli opportuni passi per ogni intervento a tutela del connazionale. Al momento, riferisce il ministero degli Esteri, «non risultano rivendicazioni nei confronti dell'Italia da parte dei supposti sequestratori».

Il ministro degli Esteri Franco Frattini, in contatto con i nostri rappresentati diplomatici, sta seguendo con la massima attenzione l'evolversi della situazione. L'Unità di Crisi della Farnesina è già in contatto con la famiglia. «Considerata la particolare delicatezza della vicenda - a quanto si apprende - il ministero degli Esteri manterrà il consueto necessario riserbo».