29 marzo 2024
Aggiornato 06:00
Crisi libica

La Lega araba preoccupata per i bombardamenti francesi

Il bombardamento della caserma Bab el Azizia sarebbe fuori dal mandato ONU

BRUXELLES - Rappresentanti della Lega araba contattati al Cairo, pur ribadendo la loro posizione favorevole alla 'No-fly zone' sulla Libia, «confermano la propria preoccupazione per le modalità con cui la si sta attuando, in particolare per quanto riguarda certi bombardamenti da parte dei francesi». E' quanto hanno riferito fonti diplomatiche a Bruxelles, secondo cui alcune delle azioni degli alleati sono considerate dalla Lega araba come «eccessive, in particolare se dovesse risultare che hanno provocato vittime civili». Altre perplessità riguarderebbero la scelta di bombardare certi obiettivi come la caserma-bunker di Bab el Azizia, principale base del Colonnello Gheddafi, che secondo la Lega araba «non rientrerebbe nel mandato della No-fly zone», hanno indicato le fonti.

Più in generale, al Consiglio dei ministri degli Esteri dell'Ue in corso a Bruxelles, si sta discutendo di un maggiore coordinamento del comando e controllo delle operazioni della 'No-fly zone' che potrebbe essere assicurato dalla Nato: su questa posizione si è schierata l'Italia e, secondo fonti diplomatiche, anche la Gran Bretagna. L'obiettivo è proprio evitare che la pluralità di comandi (uno francese, uno americano, e uno britannico) comporti poi interpretazioni diverse dell'attuazione del mandato del Consiglio di sicurezza Onu.
In questo contesto, le azioni della Francia sono viste anche da alcuni alleati europei come eccessivamente 'autonome' rispetto agli altri partner della coalizione e rispondenti a un'accelerazione che Parigi ha voluto imprimere agli eventi, con forzature che nelle scorse settimane sono state evidenti rispetto agli altri partner europei: l'annuncio di volere 'bombardamenti mirati' sul territorio libico quando ancora non era stata decisa la zona di esclusione area; il riconoscimento formale del Consiglio di transizione di Bengasi da parte del presidente Sarkozy, che aveva preso di sorpresa lo stesso ministro degli Esteri francese, Alain Juppé; l'inizio dei bombardamenti subito dopo il vertice di Parigi sabato notte.

Secondo fonti diplomatiche italiane, «affidare il comando e controllo delle operazioni alla Nato permetterebbe di dare un carattere multilaterale più forte» alle azioni militari in corso da parte della coalizione, ciò che dovrebbe anche fornire più garanzie gli interlocutori arabi.

Il problema, tuttavia, è la contrarietà della Lega araba al coinvolgimento diretto della Nato; oltre all'opposizione della Turchia, alle forti perplessità della Germania, che sulla No fly zone si è astenuta e non ha nessuna intenzione di parteciparvi. C'è, infine, il desiderio americano di mantenere un 'profilo basso', per una «azione militare limitata», come l'ha definita il presidente Obama, che non fa pendere la bilancia a favore di un maggiore coinvolgimento Nato.
Dal Cairo, intanto, il Segretario generale della Lega araba Amr Moussa, ha fatto sapere che «sono state mal interpretate» le sue critiche alle operazioni militari in corso in Libia (ieri aveva affermato «Quel che vogliamo è la protezione della popolazione civile e non il suo bombardamento«). «Siamo impegnati a rispettare la risoluzione 1973 del Consiglio di Sicurezza dell'Onu e non abbiamo alcuna obiezione verso questa decisione, soprattutto dato che non chiede alcuna invasione del territorio libico», ha detto Moussa.