27 agosto 2025
Aggiornato 13:30
Crisi libica

L'Italia offre «basi e non solo», nonostante i dubbi di Bossi

Napolitano: «Non possiamo essere indifferenti». Ok del Pd, no della Cgil

ROMA - L'Italia è pronta ad offrire «basi e non solo» per un intervento contro la Libia: il Consiglio dei ministri di oggi ha dato l'ok a sostenere le azioni che verranno decise dalla comunità internazionale, nonostante i dubbi fatti trapelare anche alla stampa dalla Lega. «Metteremo a disposizione l'uso delle nostre basi, ma non solo», ha spiegato il ministro degli Esteri Franco Frattini durante un'audizione in Senato. Tradotto, significa che l'Italia è pronta a qualunque intervento che non comporti la presenza di militari italiani sul suolo libico, dunque è disponibile anche a missioni aeree per far rispettare la no-fly zone. Una linea condivisa anche dalle opposizioni in Parlamento, mentre è contrario il Prc-Rifondazione della sinistra e anche la Cgil, che non vuole l'uso di «strumenti di guerra».

La Lega è dubbiosa: «La Lega Nord si sente vicina alla posizione della Germania (che si è astenuta all'Onu sulla 'no-fly zone', ndr)», ha detto Bossi secondo quanto si è appreso. In ogni caso, l'Italia metterà a disposizione sette basi (Amendola, Aviano Decimo Mannu, Sigonella, Trapani, Gioia del Colle e Pantelleria) e, ha sottolineato il ministro della Difesa Ignazio La Russa «americani e inglesi hanno già chiesto alcune di queste basi».

Linea, del resto, indicata anche dal Capo dello Stato fin da ieri. Napolitano aveva avuto modo di fare il punto della situazione ieri sera con Silvio Berlusconi e Ignazio La Russa e stamattina ha detto: «Non possiamo rimanere indifferenti alla sistematica repressione di libertà e di diritti umani in quel Paese». E d'accordo è anche l'opposizione parlamentare: «Nei limiti della risoluzione dell'Onu siamo pronti a sostenere il ruolo attivo dell'Italia», ha detto Pier Luigi Bersani. D'accordo anche Fli e Udc.