28 marzo 2024
Aggiornato 11:00
Libia nel caos

Ribelli prendono Misurata, ONU studia sanzioni

Rivoltosi si avvicinano a Tripoli. Obama chiama gli alleati. Continuano le operazioni per il rimpatrio dei cittadini stranieri bloccati nel paese nordafricano

TRIPOLI - Dopo i violenti scontri di ieri, si combatte ancora nel paese nordafricano. I ribelli, che da giorni provano a sovvertire il regime di Muammar Gheddafi, hanno respinto a Misurata l'offensiva delle milizie al soldo del colonnello, e avrebbero preso il controllo della città. La situazione è molto difficile anche a Tripoli e ad al Zawiyah. In quest'ultima città 23 persone sono morte e altre 44 sono rimaste ferite nell'attacco lanciato ieri dalle forze di sicurezza libiche.

E mentre sul terreno si combatte, sul fronte politico i principali leader della comunità internazionale si affannano nella ricerca di una soluzione alla crisi. Il presidente degli Stati Uniti Barack Obama ha chiamato ieri al telefono il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi. Il colloquio è avvenuto nell'ambito di una serie di consultazioni che Obama ha avuto con alcuni alleati europei, tra cui il presidente francese Nicolas Sarkozy e il primo ministro britannico David Cameron.

Il segretario generale della Nato incontrerà i ministri della Difesa dell'Unione europea, oggi in Ungheria, a margine della riunione di Godolo «per facilitare e coordinare tutte le azioni degli Stati membri, se e quando si deciderà di agire». Parigi e Londra, da parte loro, hanno proposto al Consiglio di sicurezza dell'Onu un progetto di risoluzione che prevede «embargo totale sulle armi», «sanzioni» e «il ricorso alla Corte penale internazionale per crimini contro l'umanità», ha detto il ministro degli Esteri francese, Michèle Alliot-Marie. Il governo britannico, tra l'altro, si è detto pronto a congelare nei prossimi giorni i beni da oltre 20 miliardi di euro di Gheddafi rintracciati nel Regno Unito.
Proprio da Londra arriva la notizia che uno dei figli del colonnello, Saif al Islam, avrebbe chiesto un aiuto al «buon amico» Tony Blair, «mediatore in Medio Oriente», che «dovrebbe essere in grado di usare le sue capacità per riportare qui la pace».

Per oggi sono state convocate le riunioni del Consiglio di sicurezza dell'Onu (alle 15, ora di New York) e del Consiglio dei diritti umani delle Nazioni Unite. Quest'ultimo dovrebbe approvare a Ginevra una risoluzione per la sospensione della Libia dall'organizzazione e per l'apertura di un'indagine indipendente sulle violazioni commesse in occasione della repressione.

Continuano, infine, le operazioni per il rimpatrio dei cittadini stranieri rimasti bloccati nel paese nordafricano. Fino a ieri sera, erano 1.100 gli italiani che sono stati riportati in Italia. Poco meno di 400 connazionali sono ancora da rimpatriare.