12 ottobre 2025
Aggiornato 09:00
Libia nel caos

Comai: situazione grave, stupri e fino a 6-7mila morti

Squadre della morte a Tripoli, dove è atteso lo scontro finale

ROMA - Ci sono «squadre della morte» che per le strade di Tripoli picchiano gli uomini, entrano nelle case e violentano le donne. La paura è tanta e la gente non vuole parlare: le testimonianze fatte da chi è a Tripoli ai parenti sparsi nelle capitali europee, tra cui Roma, concordano, come riferisce il presidente del Comai, Comunità del mondo arabo in Italia, Foad Aodi.

«La situazione è grave e molto confusa», prosegue Aodi, raggiunto telefonicamente da TmNews, in continuo contatto con i parenti delle vittime, familiari e gente sul posto. Le fonti parlano di uomini ingaggiati dall'esercito che girano per le strade della capitale libica vestiti di giallo con l'ordine di reprimere le proteste, aggiunge.
Il presidente del Comai, il primo a parlare di un migliaio di morti in seguito ai bombardamenti fatti dal governo due giorni fa, stima un nuovo bilancio di morte: ci sono almeno 6-7mila vittime, causate dalla rivolta nel paese nordafricano, vedendo al ribasso la cifra diffusa dall'emittente Al Arabyia (10mila morti).
Mentre la Cirenaica e gran parte dell'est della Libia è stato «liberato» dagli insorti, il colonnello Muammar Gheddafi si prepara allo scontro finale a Tripoli: «Il terrore è totale, ma dopo che è caduto il muro della paura, speriamo cada il muro del silenzio», conclude Aodi, augurandosi che le violenze finiscano al più presto.