Libia, il regime appare inattaccabile
Almeno 8 morti tra Bengasi e al Baida. Nel paese in corso manifestazioni pro-regime che appare impermeabile alle proteste che hanno sconvolto Tunisia ed Egitto
TRIPOLI - Otto morti, forse dieci. Manifestazioni, scontri, spari. Terzo giorno di proteste in Libia contro il colonnello Gheddafi. Con la Giornata della collera, blogger e attivisti sfidano il potere, ma il regime, a Tripoli, appare impermeabile alle proteste che hanno sconvolto Tunisia ed Egitto, Paesi confinanti.
GIORNATA DELLA COLLERA - Organizzata tramite Facebook e Twitter, la 'Giornata della collera' ha portato in piazza gli oppositori di Gheddafi, al potere da 42 anni. Ma il Colonnello, per contrastare la rivolta, ha organizzato manifestazioni filogovernative con autobus pieni di centinaia di giovani, inviati dal regime verso la grande piazza Verde, nel centro di Tripoli.
6 MORTI A BENGASI - A Bengasi, seconda città del paese, 1.000 chilometri a est di Tripoli, ci sarebbero stati «violenti scontri» che avrebbero provocato «6 morti e 35 feriti», secondo i siti Al Youm et Al-Manara. Alcuni avvocati avrebbero manifestato davanti al tribunale della città, per chiedere una Costituzione per la Libia.
VITTIME AD AL BAIDA - Le stesse fonti hanno parlato di almeno quattro morti, la scorsa notte, nella città di al Baida, 200 chilometri a est di Bengasi, mentre un giornale libico ha scritto che a morire sarebbero stati due manifestanti. Lo riporta l'Afp.
TESTIMONIANZA IN TV - Secondo un ragazzo intervenuto su al Jazeera, «la polizia sta sparando a chiunque si trovi davanti e sei manifestanti sono appena morti». Secondo il testimone degli scontri a Bengasi, che si è presentato semplicemente come Abdullah, molti detenuti sarebbero stati rilasciati per attaccare gli oppositori di Gheddafi. «Hanno coltelli, spade e pistole. Stanno uccidendo tutti».
SCONTRI A ZENTEN - Violenti scontri si sarebbero verificati anche a Zenten, 145 chilometri a sud-ovest di Tripoli, secondo il quotidiano libico Quryna. Non ci sarebbero però vittime. Molti manifestanti sarebbero stati arrestati.
FLOP A TRIPOLI - L'appello a scendere in piazza per la «Giornata della collera» non è stato ascoltato a Tripoli, la capitale libica. Centinaia di manifestanti pro-regime si sono invece radunati in piazza Verde, nel cuore della città, mentre molti altri sfilavano in macchina per le vie della capitale, in un concerto di clacson. «Gheddafi, il padre del popolo», «la folla sostiene la rivoluzione e il leader» è quanto si leggeva sui cartelli esposti dai manifestanti. Cortei pro-regime anche in altre città libiche.
SMS INTIMIDATORI - Mercoledì sera, «i giovani della Libia» avevano inviato degli sms alla popolazione, mettendo in guardia chi «oserà toccare le quattro linee rosse: Muammar Gheddafi, l'integrità territoriale, l'Islam e la sicurezza del Paese».
- 07/05/2020 Libia, il Premier Sarraj discute il rilancio dei negoziati dopo lo stallo dell'offensiva
- 20/04/2020 Libia, il Covid-19 non ferma gli scontri. Haftar in difficoltà
- 18/02/2020 Libia, la soddisfazione di Luigi Di Maio: «Nuova missione navale, l'Ue ora ascolta l'Italia»
- 17/02/2020 Sarraj: «La chiusura dei siti petroliferi porterà a una catastrofe che colpirà tutti»