Ashton: abrogare la pena al regista Panahi
Il capo della diplomazia dell'Ue denuncia anche la condanna del giovane cineasta Rasoulof
BRUXELLES - Il capo della diplomazia dell'Ue, Catherine Ashton, ha chiesto che la pena di sei anni di prigione inflitta il 20 dicembre al regista iraniano Jafar Panahi, oltre al divieto di girare film e di lasciare l'Iran per i prossimi 20 anni, siano abrogati.
«L'Alta rappresentante dell'Ue per gli Affari Esteri spera che la sentenza sarà revocata in appello», afferma una nota diramata dagli uffici della Ashton. Interpellata dall'Afp per sapere perchè la signora Ashton abbia deciso di reagire più di 20 giorni dopo la condanna del regista, una portavoce ha spiegato che l'esame della vicenda aveva «richiesto del tempo».
Panahi, vicino all'opposizione iraniana, è stato condannato a 6 anni di reclusione: la magistratura gli ha inoltre vietato di girare dei film e di lasciare il Paese per i prossimi 20 anni, accusandolo, secondo la sua legale, di «partecipazione a manifestazioni e propaganda contro lo Stato». La sua condanna è stata unanimemente denunciata dal mondo del cinema. Un altro giovane regista, Mohammad Rasoulof, che lavorava ad un film con Panahi prima del suo arresto, è stato condannato a sei anni, per fatti simili. Ashton ha deplorato anche la sua condanna.
Cinquant'anni, Jafar Panahi, uno dei registi della «nouvelle vague» iraniana più noto all'estero, era stato arrestato il primo marzo a Teheran insieme ad altre 16 persone, fra cui la moglie e la figlia. La maggior parte sono state liberate. Panahi, conosciuto per le sue sferzanti denunce sociali, ha vinto il Leone d'oro alla Mostra di Venezia nel 2000 per «Il Cerchio» e l'Orso d'argento alla Berlinale nel 2006, oltre ad altri riconoscimenti internazionali.
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