29 marzo 2024
Aggiornato 09:00
Egitto

Appello dei migranti rapiti nel Sinai: aiutateci, stiamo morendo

«Il Manifesto» ha contattato uno dei migranti

ROMA - «Aiutateci, stiamo morendo». Questo il grido di disperazione, raccolto da Il Manifesto, dei migranti eritrei presi in ostaggio da oltre un mese nel deserto del Sinai da trafficanti di uomini, che chiedono 8.000 dollari a testa per la loro liberazione. Nei giorni scorsi, sei migranti sono stati uccisi.
«In tutto ora siamo 250, distribuiti in luoghi diversi e tra noi ci sono anche donne e bambini», dice l'uomo contattato dal quotidiano. «Ci hanno diviso in gruppi di 25-30, per questo non posso dare una stima precisa di quanti siamo - precisa - alcuni stanno qui da un mese, altri anche da più tempo». L'uomo afferma di avere a disposizione un telefono per poter comunicare con i familiari e farsi mandare i soldi chiesti dai sequestratori.
Rinchiusi, bloccati, senza soldi, gli eritrei del Sinai chiedono l'intervento della comunità internazionale o del governo egiziano: «La nostra situazione è al limite. Temiamo tutti di morire. Non abbiamo quei soldi che ci chiedono. Questi o ci ammazzano o ci lasceranno morire di fame e sete».