28 marzo 2024
Aggiornato 20:30
Afghanistan

Uccidevano per gioco, incriminati 5 soldati Usa

Hanno assassinato 3 civili, ne conservavano le dita come trofei. Uno avrebbe ammesso, ma il legale prova a sopprimere la confessione

KABUL - Cinque soldati americani sono stati incriminati per avere assassinato tre civili in Afghanistan. E non per un tragico errore sul campo di battaglia. Uccidere per «gioco» era il loro macabro divertimento, riferisce oggi il Guardian: «commettevano omicidi a casaccio e collezionavano le dita delle vittime come trofei». Adesso rischiano la pena di morte, mentre altri sette colleghi potrebbero essere condannati per avere 'coperto' gli omicidi e avere picchiato una recluta che avrebbe voluto sporgere denuncia.
L'episodio rischia di creare un nuovo, grande scandalo, attorno all'esercito statunitense. Secondo quanto riferisce il Guardian, che riprende un articolo dell'Army Times, quello commesso dai cinque militari sarebbe il più grave tra i crimini di guerra commessi durante il conflitto in Afghanistan.

KILL TEAM - Secondo quanto riferito da fonti investigative, le discussioni sulla possibilità di uccidere per gioco sarebbero cominciate con l'arrivo in teatro afgano del sergente Calvin Gibbs. Questi avrebbe creato un «kill team», 'arruolandovi' quattro membri di un'unità di fanteria basata a Ramrod, nella provincia meridionale di Kandahar: Michael Wagon, Jeremy Morlock, Andrew Holmes e Adam Winfield.
L'episodio è venuto alla luce nel mese di maggio scorso, quando l'esercito ha avviato un'inchiesta sui maltrattamenti subiti da una recluta che aveva denunciato ai suoi superiori l'uso di hashish da parte di alcuni commilitoni.
La procura militare ha fatto sapere che Morlok ha ammesso il suo coinvolgimento negli omicidi, fornendo dettagli sul ruolo degli altri componenti del 'team della morte', compreso il sergente Gibbs. Il suo legale, però, sta provando ad ottenere una soppressione della confessione. Secondo Michael Waddington, infatti, il suo assistito avrebbe fornito quelle informazioni mentre era sotto l'effetto di potenti medicinali, assunti per curare una ferita riportata sul campo di battaglia.