Afghanistan, Talebani: sì ad un'inchiesta sulle vittime civili
La formazione dovrebbe essere composta dai rappresentanti speciali della Conferenza islamica e delle agenzie dell'Onu per i diritti dell'uomo
KABUL - Nel giorno in cui giunge la notizia dell'uccisione per lapidazione da parte dei talebani di una coppia di giovani afgani accusati di adulterio, gli studenti coranici si sono dichiarati pronti a cooperare con le forze internazionali per condurre un'inchiesta sulle perdite civili in Afghanistan, nonostante essi stessi siano stati accusati pochi giorni fa dall'Onu di esserne i maggiori responsabili.
COMMISSIONE D'INCHIESTA - Il comando dei talebani ha proposto la formazione di una «commissione, composta dai rappresentanti speciali della Conferenza islamica e delle agenzie dell'Onu per i diritti dell'uomo, e dai rappresentanti delle forze della Nato e dell'emirato islamico d'Afghanistan». La commissione avrebbe la missione di «condurre delle inchieste sulle perditi civili nel Paese» e avrebbe accesso anche alle zone controllate dai talebani.
Tuttavia, secondo un rapporto dell'Onu pubblicato martedì scorso, proprio i talebani sarebbero responsabili di tre quarti delle azioni che causano vittime civili nel paese (sono ben 1.200 i civili morti nel primo semestre del 2010, il 25% in più rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente), e se non bastasse, è di oggi la notizia che una donna di 23 anni e un uomo di 28 sono stati lapidati a morte dai talebani nella provincia settentrionale di Kunduz, perché accusati di adulterio. Lo hanno riferito all'Afp un testimone, dei responsabili locali e un capo ribelle.
MORTI OLTRE 2.000 MILITARI - Intanto oltre al bilancio delle vittime civili si aggrava anche quello dei caduti tra i militari della forza internazionale. Secondo le ultime cifre pubblicate dal sito specializzato indipendente icasualties.org, i soldati stranieri morti dall'inizio della guerra, nel 2001, sono 2.002. E' stata quindi superata la barriera simbolica dei 2.000, proprio mentre il generale americano David Petraeus, il comandante delle forze internazionali e statunitensi in Afghanistan, in una intervista rilasciata ieri all'emittente NBC ha detto che un ritiro delle forze Usa nel 2011 potrebbe essere prematuro.