20 aprile 2024
Aggiornato 14:30
Missione ISAF

Conferenza internazionale sull'Afghanistan, obiettivo 2014

A Kabul 70 «donatori» fra paesi e organizzazioni. Il ritiro delle forze della coalizione internazionale (Isaf) sarà graduale e la data del luglio 2011

KABUL - E' fissato al 2014 il termine entro cui l'esercito afgano dovrà essere autonomo e capace di controllare il Paese. L'obiettivo, già indicato in passato da Hamid Karzai, sarà ribadito oggi dal presidente afgano, alla conferenza internazionale sull'Afghanistan in programma a Kabul. Il ritiro delle forze della coalizione internazionale (Isaf) sarà graduale e la data del luglio 2011, indicata dal presidente statunitense Barack Obama per l'inizio del disimpegno, non sarà certo quella del «tutti a casa» secondo l'ambasciatore Attilio Massimo Iannucci, inviato speciale per l'Afghanistan e il Pakistan.

Circa 70 tra Paesi e organizzazioni internazionali parteciperanno alla conferenza dei donatori, che rappresenta il seguito di quella organizzata a Londra a gennaio. La conferenza sarà l'occasione «per un patto tra Karzai e la popolazione; la comunità internazionale sarà testimone delle promesse che Karzai farà in merito a governance, sicurezza e sviluppo economico» ha aggiunto Iannucci.

Reintegrazione e riconciliazione: queste le due parole chiave su cui si baserà la politica pragmatica di Karzai, per far uscire il Paese dalla guerra. Da una parte, quindi, reintegrare i talebani dediti alla lotta soltanto perché privi di alternative, pronti a deporre le armi di fronte, per esempio, a un lavoro. Un reintegro che non avverrà su base individuale, perché riguarderà i villaggi e sarà deciso in accordo con i capi tribù.

Dall'altra, la riconciliazione con i vertici politici talebani: Karzai vuole convincerli a sposare la via democratica per fiaccare la resistenza. Una scelta «che non è condivisa da tutti, ma su cui l'Italia è d'accordo» ha dichiarato Iannucci. Senza dimenticare che «senza coinvolgere i Paesi limitrofi, non sarà possibile ottenere un successo in Afghanistan» ha concluso l'ambasciatore.