29 aprile 2024
Aggiornato 23:00
Usa-Cina

La Clinton è arrivata a Pechino

Da domani il segretario di stato americano partecipa al secondo «dialogo strategico ed economico»

PECHINO - Il segretario di stato americano Hillary Clinton è arrivata questa mattina a Pechino, dove deve partecipare domani e martedì, con il segretario al Tesoro Timothy Geithner, al secondo «dialogo strategico ed economico» tra Cina e Stati Uniti.

Corea del Nord - Nel terzo giorno della sua visita in Cina, caratterizzata inizialmente da una tappa a Shanghai, Clinton entrerà nel vivo della questione diplomatica durante una cena in serata con il consulente di stati Dai Bingguo. Gli Stati Uniti sperano di convincere la Cina ad associarsi alla condanna della Corea del Nord, mentre un'indagine internazionale ha appena stabilito che un missile nordcoreano ha affondato, a marzo, la corvetta sudcoreana Cheonan, provocando la morte di 46 marinai.

Sanzioni all'Iran - Anche le sanzioni all'Iran, sospettato di volersi dotare in segreto dell'arma nucleare, saranno affrontate nei colloqui, nel momento in cui il Consiglio di sicurezza dell'Onu esamina dalla settimana scorsa una risoluzione d ispirazione americana. Prima di lasciare Shanghai, dove ha visitato ieri il padiglione americano e cinese dell'Esposizione universale, Clinton ha sottolineato oggi il carattere essenziale dei rapporti tra i due colossi. «Praticamente tutte le sfide che si pongono di fronte al mondo», ha garantito, «richiedono che gli Stati Uniti e la Cina lavorino insieme». Il «dialogo» deve affrontare la maggior parte dei dossier bilaterali, dall'economia alla diplomazia passando per la difesa, l'energia e il clima. La delegazione americana è formata da quasi duecento persone.

Relazioni economiche - Malgrado un recente miglioramento delle relazioni tra Washington e Pechino, le fonti di attrito abbondano, in particolare nel settore economico. Una delle priorità di questi colloqui è «favorire una relazione economica più equilibrata tra la Cina e gli Stati Uniti», ha indicato Clinton. Washington critica il mantenimento di un tasso di cambio rigido tra yuan e dollaro dall'estate 2008 e ritiene che Pechino mantenga la sua valuta artificialmente basse per favorire le sue esportazioni, incrementando in questo modo il deficit commerciale americano.
Il governo Obama ha inoltre ricordato nelle ultime settimane che desidera maggiori progressi dalla Cina nella lotta contro la falsificazione o l'apertura alle imprese straniere.