Verso la normalità nei cieli europei
Ma si moltiplicano le richieste di risarcimento
ROMA - La situazione sui cieli italiani sta tornando alla regolarità dopo il blocco pressoché totale dei giorni scorsi dovuto alla nube di cenere del vulcano islandese. E anche nelle stazioni sono scomparsi il caos e le lunghe file alle biglietterie. Un pieno ritorno alla normalità potrebbe aversi oggi, ha riferito Assaeroporti che chiede al governo di dichiarare lo stato di crisi per gli scali del Paese e lamenta danni per svariati milioni di euro.
Ieri alle 12 è stato riaperto totalmente lo spazio aereo italiano dopo la riapertura parziale delle 8 in concomitanza con quanto avvenuto nella maggior parte dei Paesi europei. Sono stati ripristinati tutti i voli verso ogni destinazione internazionale ed intercontinentale (Asia, Nord e Sud America, Africa, Europa meridionale) ad eccezione di quelli diretti verso i Paesi i cui spazi aerei sono ancora chiusi e cioè Gran Bretagna, Germania, Polonia, Danimarca e Norvegia.
Per il direttore generale e Ceo della Iata, l'associazione mondiale che rappresenta le compagnie aeree, sono state eccessivamente prudenti le decisioni di chiusura degli spazi aerei europei. Una scelta che ha provocato ingenti danni ai conti delle compagnie stesse, alle cui richieste di risarcimento si sono progressivamente accodate le società di gestione degli aeroporti e le associazioni dei consumatori.
Complice la mutevole situazione meteorologica, ieri la graduale riapertura degli scali europei a partire dalle 8 della mattina, decisa dai Ministri dei Trasporti dell'Ue, si è tradotta in un ritorno alla normalità solo parziale con la metà circa dei voli previsti. Secondo Iata, ci vorranno almeno tre o quattro giorni per assistere a una effettiva normalizzazione dei cieli.
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