12 ottobre 2025
Aggiornato 10:30
Emergency, volontari arrestati

Gli afghani frenano: nessuna confessione

Il portavoce di Helmand Ahmadi al Giornale: «Al Times ho solo spiegato che rispondevano alle domande»

KABUL - Il portavoce della provincia di Helmand corregge il tiro e smentisce alcuni passaggi delle dichiarazioni fatte ieri al quotidiano britannico The Times sulla presunta confessione dei tre italiani di Emergency arrestati con l'accusa di avere partecipato a un complotto per l'assassinio del governatore provinciale.

Contattato dal Giornale, Daoud Ahmadi, ha spiegato: «Non ho mai accusato gli italiani di Emergency di essere in combutta con al Qaida. Ho solo detto che Marco (il chirurgo dell'ong, ndr) stava collaborando e rispondendo alle domande». Ahmadi ha dichiarato che il presunto attentato «è responsabilità di alcuni individui». «Questo non significa che l'intero ospedale di Emergency doveva portare a termine la missione. Spero che gli italiani collaborino con noi per fare pulizia di certa gente con intenti criminali», ha aggiunto.

INDAGINE - Dunque va avanti l'inchiesta dei servizi di informazione afghani sulla vicenda delle armi rinvenute nell'ospedale di Lashkar Gah (pistole, granate e due cinture esplosive) e sul fermo dei nove operatori. «Non posso formulare alcuna dichiarazione perché le indagini continuano - ha detto Zamaray Bashary, portavoce del ministero dell'Interno a Kabul - e per il momento non si può fare alcuna ipotesi sugli sviluppi della vicenda».

LA RUSSA - Dall'Italia il ministro della Difesa Ignazio La Russa invita Gino Strada a essere più prudente e «evitare di accusare il governo afghano, di gridare al complotto della Nato e di tirare dentro il governo italiano». Sarebbe più saggio se «prendesse le distanze dai suoi collaboratori, perché può sempre succedere di avere accanto, inconsapevolmente, degli infiltrati» afferma il ministro in un'intervista a La Stampa, nella quale paragona il caso che ha scosso Emergency a quello di altri «infiltrati», come le Br con il Pci o i Nar con l'Msi. Per il ministro, in ogni caso, «la storia del complotto non sta in piedi». «Se le autorità afghane - afferma - avessero fatto un imbroglio contro Emergency ci saremmo arrabbiati anche se il loro orientamento politico è noto a tutti. Quanti esponenti di sinistra abbiamo salvato negli scenari di guerra?». Se venisse accertata la colpevolezza degli operatori italiani, per La Russa, «il danno per l'Italia militarmente impegnata in Afghanistan sarebbe gravissimo».