4 maggio 2024
Aggiornato 00:30
Rapporti USA-Cina

Bilaterale Obama-Hu Jintao, riflettori su yuan

Gli Stati Uniti accusano Pechino di manipolare il valore della propria valuta. Nell'incontro si parlerà anche di sicurezza nucleare

NEW YORK - Dopo mesi di attriti e tensioni diplomatiche, oggi alle 14.30 (le 20.30 italiane) il presidente americano Barack Obama e il premier cinese Hu Jintao si troveranno faccia a faccia per discutere di nucleare, ma soprattutto per parlare del tema caldo degli ultimi mesi, ovvero il valore dello yuan e le presunte manipolazioni della propria valuta da parte del Governo cinese.

POLITICA MONETARIA - In un bilaterale a margine dei lavori del summit sulla sicurezza nucleare, Obama e Hu Jintao cercheranno di ammorbidire i toni, anche alla luce della maggiore apertura mostrata dalla Cina nelle recenti settimane. A favorire l'allentamento della tensione è stata anche la visita a sorpresa a Pechino del segretario al Tesoro americano Timothy Geithner, che ha incontrato la settimana scorsa il vicepremier cinese Wang Qishan.
Sebbene la nota ufficiale diffusa al termine del meeting non facesse esplicito riferimento allo yuan, secondo gli esperti è probabile che l'argomento sia stato toccato, alla luce della decisione del Governo americano di posticipare la pubblicazione del rapporto del Congresso in cui la Cina potrebbe essere ufficialmente accusata di manipolare la propria valuta (il documento era atteso per il 15 aprile).
Anche se di recente rappresentanti del Governo di Pechino hanno mostrato una maggiore apertura a un lento e graduale apprezzamento dello yuan, in Cina rimane forte l'opposizione a quella che è vista come un'intrusione da parte degli Stati Uniti. Washington ha mostrato di gradire l'apertura di Pechino e ha auspicato che la Cina sia in futuro più accomodante.

SICUREZZA NUCLEARE - Al di là delle questioni valutarie, Obama e Hu Jintao parleranno ovviamente anche di sicurezza nucleare, disarmo e della necessità di creare un fronte comune contro la minaccia di terrorismo nucleare. In particolare, si potrebbe parlare della riluttanza di Pechino a fare pressioni su Nord Corea e Iran, che si propone come fornitore di petrolio e gas naturale per la Cina.