18 aprile 2024
Aggiornato 22:30
Cresce la tensione in Somalia

Terzo giorno di scontri a Mogadiscio, 50 morti

Il Sindaco della città invita gli abitanti a fuggire dalla città

MOGADISCIO - Terzo giorno consecutivo di scontri violenti a Mogadiscio, capitale della Somalia. Il sindaco ha invitato gli abitanti a lasciare la città in previsione dell'aggravarsi della situazione, dopo che il governo ha deciso di lanciare un'offensiva contro le milizie islamiche che controllano gran parte della città. In totale, secondo fonti ospedaliere, sono morte almeno 50 persone e altre 150 sono state ferite.

I guerriglieri sono arrivati ieri a meno di due chilometri di distanza dall'area controllata dal governo, ma sono poi stati respinti. Alcuni giorni fa il New York Times rendeva noto che le forze speciali americane potrebbero aiutare il governo somalo nell'offensiva militare per riprendere il controllo di Mogadiscio. «Ci saranno dei bombardamenti aerei e operazioni delle forze speciali» americane, precisavano fonti anonime.

Dalla fine del 2009, il governo di transizione somalo, che controlla solo una piccola parte della capitale, promette di «liberare» la città e scacciare i gruppi islamici degli Shebab, che controllano anche gran parte del centro e del sud della SOmalia.

Gli islamici, che si dicono affiliati ad Al Qaida, impediscono da domenica scorsa la distribuzione degli aiuti alimentari nella capitale da parte del Pam, l'agenzia delle Nazioni unite. Più di 250.000 civili sono stati costretti a lasciare Mogadiscio dal maggio 2009, quando i gruppi armati hanno sferrato i primi attacchi mirati a spodestare il governo di transizione.