Inopportuna la Giornata mondiale della filosofia a Teheran
Lo scrive Giuliano Amato all'Unesco: «Neda, simbolo delle proteste, era laureata in teologia e filosofia»
ROMA - «E' certo, nelle condizioni attuali, che una Giornata mondiale della filosofia non potrà «normalmente» svolgersi in Iran e che molti filosofi non vi potranno liberamente partecipare». Lo scrive l'ex primo ministro Giuliano Amato, alla direttrice generale dell'Unesco, Irina Bokova, in merito alla candidatura di Teheran quale sede della Giornata mondiale della filosofia 2010.
«Riteniamo che la candidatura dell'Iran per la prossima edizione non possa essere accolta come una ordinaria rotazione della sede», continua Amato, presidente del Comitato scientifico di Reset-Dialogues on Civilizations, che firma la lettera assieme a Giancarlo Bosetti, direttore della rivista Reset, e a Ramin Jahanbegloo, filosofo iraniano. «Sappiamo, purtroppo per esperienze che ci sono vicine, come in Iran si possa essere incarcerati e si possa rischiare la vita per le proprie idee».
Nella lettera inviata alla direzione generale dell'Unesco, che promuove la manifestazione , si ricorda come «nel giugno scorso Neda Agha Soltan, la giovane diventata simbolo delle proteste seguite alle elezioni, era laureata in studi teologici e in filosofia secolare». Amato, Bosetti e Jahanbegloo lanciano un appello «a filosofi e intellettuali di ogni parte del mondo» a sottoscrivere il messaggio di protesta.
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