18 aprile 2024
Aggiornato 19:30
UE: il «caso» Turchia

Il pressing italo turco per ingresso Turchia nella UE

Asse Napolitano-Gul: «No a nuovo muro in Europa 20 anni dopo Berlino»

ANKARA - Pressing congiunto di Roma e Ankara per sbloccare e accelerare la conclusione dei negoziati per l'ingresso della Turchia nell'Unione Europea. Un asse, quello italo-turco, che oggi aggiunge alla storica e consolidata alleanza fra i capi di Governo Silvio Berlusconi e Recep Erdogan, quella fra i due Capi di Stato Giorgio Napolitano ed Abdullah Gul.

Ora il negoziato con la Turchia - ha detto il Presidente italiano dopo l'incontro con l'omologo turco. Invece di segnare ancora il passo per quelli che non possono che definirsi ostruzionismi, il negoziato ora deve andare avanti». E, rivolgendosi indirettamente, a coloro che in Europa hanno manifestato «ripensamenti tardivi» sull'adesione del Paese musulmano all'Ue, Napolitano risponde anche alle perplessità del presidente del Parlamento europeo il polacco Jerzy Buzek. «Ho grande stima e rispetto per Buzek, però mi chiedo - dice Napolitano - come mai i rappresentanti polacchi non abbiano detto qualcosa quando la Turchia ha partecipato, insieme ad altri Paesi candidati, ai lavori della Convenzione per la Costituzione Ue riunita a Bruxelles nel 2002, nel 2003. Perché non hanno detto nulla allora? I ripensamenti tardivi non son proibiti, ma i patti sono i patti». Insomma, per Napolitano, «c'è una sola cosa da fare: andare avanti con i negoziati ed esprimere ogni valutazione quando saranno conclusi».

Altrettanto nette e determinate le parole del Capo dello Stato turco. «La Ue - ha messo in guardia Gul - ha demolito il muro di Berlino e ha ricordato da poco questo anniversario mi chiedo se ora voglia costruire un altro muro con la Turchia. Questo è mancanza di prospettiva, di visione. La Turchia farà ciò che deve, non chiediamo favori o privilegi, ma vogliamo che non ci facciano ombra mentre concludiamo bene il negoziato».