28 marzo 2024
Aggiornato 09:30
Reazioni. La Corte UE dice no al crocifisso nelle scuole

Italia ricorre contro la sentenza UE. Per CEI è ideologia

Per la Conferenza Episcopale: «E' simbolo religioso e culturale in linea con Concordato 1984»

ROMA - La Conferenza Episcopale italiana insorge contro la Corte europea dei diritti dell'uomo che ha stabilito che esporre il crocifisso nelle classi della scuola pubblica è contrario al diritto dei genitori di educare i loro figli secondo le proprie concezioni religiose, e al diritto degli alunni alla libertà di religione. La decisione «suscita amarezze e non poche perplessità», hanno detto i vescovi italiani.

«Fatto salvo il necessario approfondimento delle motivazioni in base a una prima lettura, sembra possibile rilevare il sopravvento di una visione parziale e ideologica». «Risulta ignorato o trascurato - secondo i vescovi - il molteplice significato del crocifisso, che non è solo simbolo religioso ma anche segno culturale.

Il governo italiano, da parte sua, ricorrerà contro la sentenza della Corte . L'ufficio di Nicola Lettieri, il magistrato che difende l'Italia presso la Corte europea dei diritti dell'uomo di Strasburgo, conferma che verrà presentato un ricorso contro la sentenza odierna.

Per il presidente della Camera, Gianfranco Fini, la laicità delle istituzioni non nega il ruolo del cristianesimo. «Ovviamente - premette Fini - bisognerà attendere le motivazioni della sentenza della Corte Europea dei diritti dell'uomo, ma fin d'ora - aggiunge - mi auguro non venga salutata come giusta affermazione della laicità delle istituzioni che è valore ben diverso dalla negazione, propria del laicismo più deteriore, del ruolo del Cristianesimo nella società e nella identità italiana».