6 maggio 2024
Aggiornato 06:30
Strage in Afghanistan

Anche bambini tra 15 vittime civili in attacco Kabul

Taliban: «Fuoco italiano su civili». Militari: «Falso». Polemica «Libero»

KABUL - Ci sarebbe anche un numero imprecisato di bambini tra le 15 vittime civili dell'attentato di giovedì a Kabul, che ha provocato la morte di sei militari italiani. Lo confermano oggi fonti militari sul posto, dopo avere ricevuto informazioni in tal senso dalle forze di sicurezza locali.

Nessuna conferma, invece, sulla presunta sparatoria avvenuta subito dopo l'esplosione. «Ci è giunta notizia di un comunicato dei talebani, nel quale si spiega che dopo l'attacco i nostri soldati hanno avuto una reazione dura, sparando sui civili. E' chiaramente falso. Si tratta di propaganda, siamo furiosi per questo», precisa la fonte.

Una reazione dei soldati potrebbe esserci stata. Sarà l'inchiesta disposta dalla procura militare di Roma ad appurare come sono andati i fatti. In linea di massima, riferisce una fonte, la procedura prevede una risposta al fuoco in caso di attacco. «Ma, ammesso che ci sia stata una reazione, escludo categoricamente che si sia aperto il fuoco contro i civili. Siamo militari professionisti, non siamo certo dei cialtroni», sottolinea la fonte.

Intanto l'attacco al Capo dello Stato contenuto nell'apertura del quotidiano 'Libero' di oggi ha provocato subito una pioggia di smentite dallo Stato maggiore della Difesa e dal ministro stesso. Il quotidiano sostiene che per attendere il rientro del presidente della Repubblica dal Giappone è stato rinviato il ritorno delle salme dei sei militari uccisi a Kabul. A stretto giro di posta Ignazio La Russa sostiene che la notizia «è destituita di ogni fondamento» e che si tratta di una polemica «gratuita e offensiva» verso Napolitano.

POLEMICA «LIBERO» - In un editoriale intitolato «Non scusiamo il ritardo» il direttore di Libero Maurizio Belpietro spiega che «nel momento di cordoglio che ci ha coinvolti tutti quanti non ci piace la notizia che ci è giunta ieri in redazione di un rinvio del ritorno in patria delle salme dei nostri soldati». Belpietro cita «fonti militari» secondo le quali «si è preferito spostare l'arrivo delle salme a domenica probabilmente per aspettare il ritorno dal Giappone di Giorgio Napolitano e consentire al capo dello Stato di accogliere adeguatamente le bare».

Sappiamo - attacca il direttore - che ora troveranno una giustificazione qualsiasi per evitare al Quirinale una brutta figura... Sapere che si è ritardato il ritorno dei morti per far con comodo ritornare i vivi ci pare intollerabile». La Russa da parte sua chiarisce che «sin dall'immediatezza del tragico avvenimento è stato ipotizzato dalle Forze armate un rientro delle salme tra domenica e lunedì, tenendo conto dei tempi necessari per tutti gli adempimenti del caso». Nessun rinvio, dunque, ma semmai un'accelerazione «su mia richiesta - ribatte il ministro - per consentire i funerali già nella giornata di lunedì». Ed esprime «totale e deferente solidarietà» al Capo dello Stato.