Democratici Usa spaccati, freno su invio nuove truppe in Afghanistan
Senatori sempre più scettici su esigenza altri rinforzi
NEW YORK - La strategia della Casa Bianca per uscire dalla guerra in Afghanistan si fa sempre più in salita. Proprio nei giorni in cui dai generali americani a Kabul chiedono un cambio di passo nelle operazioni militari Barack Obama deve affrontare il crescente scetticismo degli americani e quello all'interno del suo stesso partito sulla guerra. Nelle ultime ore infatti i leader democratici hanno frenato sull'ipotesi, che circola oramai da settimane, di inviare altre truppe in Afghanistan per dare alla missione la svolta voluta dal presidente.
A dirsi contrario a mandare altri uomini al fronte è stato da ultimo Carl Levin, presidente della Commissione sui Servizi e uno degli uomini più influenti in Congresso sulle questioni militari. Un parere che secondo gli analisti potrebbe influire sugli altri colleghi di partito divenuti sempre più freddi sulla strategia del Pentagono, a seguito del calo dei consensi degli americani sulla guerra iniziata otto anni fa.
«Credo che dovremmo mettere da parte l'idea di mandare altri uomini fino a che le forze di sicurezza afgane non diventino più efficaci ed entrino in azione», ha detto Levin intervistato dal New York Times. Il senatore democratico ha espresso la sua preoccupazione ieri anche al segretario di Stato, Hillary Clinton e al segretario alla Difesa, Robert Gates. Sulla stessa linea anche il senatore Jack Reed e alcuni dei deputati della commissione sui Servizi della Camera.
Ieri la stessa presidente dei deputati americani, Nancy Pelosi, aveva confessato ai giornalisti che in questo momento difficilmente ci sarebbero i numeri alla Camera per approvare l'invio di altri rinforzi a Kabul. I sondaggi tra i cittadini infatti sono in caduta libera da mesi a seguito dell'aumento del numero delle vittime e degli scarsi successi militari ottenuti dagli americani.
La Casa Bianca ha spiegato nei giorni scorsi che per un'eventuale richiesta di soldati dovrà arrivare ufficialmente dal generale Stanley McChrystal, comandante in capo delle forze Nato in Afghanistan, che proprio pochi giorni fa ha inviato al Pentagono le proprie valutazioni sullo stato delle operazioni a poche settimane dal suo insediamento.
Gli analisti ritengono che il Pentagono avrebbe bisogno di almeno altri 25.000 uomini per sconfiggere i talebani sulle montagne al confine con il Pakistan. Attualmente gli Stati Uniti hanno in Afghanistan 62.000 soldati che saliranno a 68.000 entro la fine dell'anno, stando al piano firmato da Obama al suo arrivo alla Casa Bianca.