4 maggio 2024
Aggiornato 01:00
Accordo Italia-Libia

Gheddafi Jr: «Presto esercitazioni militari congiunte Italia-Libia»

Il figlio di Gheddafi: «Tripoli pronta per democrazia»

TRIPOLI - Saif el Islam el Gheddafi, uno dei figli del leader libico Muammar spesso indicato come suo delfino, in un'intervista a La Stampa parla di diritti umani in Libia, dell'accoglienza da eroe riservata al terrorista condannato per la strage di Lockerbie, Abdel Baset el Megrahi e di democrazia nel suo paese. A proposito delle polemiche sulla presenza delle Frecce Tricolori in Libia per i festeggiamenti del quarantennale della presa di potere del padre, Saif annuncia che «prossimamente si terranno esercitazioni congiunte delle forze armate terrestri e aeree di Italia e Libia».

Sulle condanne da parte della comunità internazionale all'accoglienza trionfale per il ritorno in patria di Megrahi, Saif parla di «reazione eccessiva» e fa sapere che il presunto terrorista, che la Libia considera innocente perché tale si è sempre dichiarato, non sarà presente alle celebrazioni del primo settembre. Del resto anche la Libia si considera innocente per la strage di Lockerbie, ricorda il figlio di Gheddafi.

A proposito di diritti umani, Saif el Islam ammette che negli anno Ottanta «non sempre sono stati rispettati» ma «dal 2000 in poi, grazie alle organizzazioni sociali, alla Fondazione Gheddafi per i diritti umani (presieduta dallo stesso Saif el Islam, ndr) è stata avviata una grande campagna per migliorare i diritti dell'uomo in Libia», dice. «Posso dire che oggi non c'è nessun prigioniero politico o condannato per reati d'opinione recluso in carcere». E sostiene che le condizioni nelle carceri libiche sono migliori rispetto a quelle di molti altri paesi.

Su democrazia e pluralismo afferma: «Il nostro obiettivo è quello di approvare una Costituzione. È una strada che abbiamo già intrapreso: molte norme legislative e amministrative vengono cambiate con l'approvazione e il sostegno del popolo. Ma per la nascita dei partiti forse bisognerà ancora aspettare. Non è al centro dell'agenda nazionale. Oggi l'urgenza è quella di creare lo sviluppo e l'ammodernamento del Paese». Respinge poi le accuse contro il proprio paese definito «dittatoriale e terrorista»: «Non siamo un regime terroristico. Siamo impegnati nella stessa trincea con l'Occidente nella lotta al terrorismo».

Smentisce infine la notizia diffusa dal sito Internet Fortress Europe, che ha denunciato che il 9 agosto nel Centro di detenzione di Ganfuda, Bengasi, è stata repressa nel sangue una rivolta di somali (almeno sei morti).