Ahmadinejad ha presentato lista Ministri al Parlamento
Voti di fiducia per ogni singolo Ministro a partire dal 30 agosto
TEHERAN - Due mesi dopo la sua contestata rielezione il presidente iraniano Mahmoud Ahmadinejad ha presentato al Parlamento la lista dei Ministri del suo nuovo governo in vista dei voti di fiducia, uno per ogni singolo titolare di dicastero.
I deputati inizieranno ad esaminare la lista a partire da lunedì, mentre i voti si terranno a partire dal 30 agosto prossimo. La fiducia appare un esito non del tutto scontato perché la squadra dei nuovi Ministri, che per la prima volta comprenderà anche delle donne, potrebbe irritare non poco la parte più conservatrice del Parlamento.
Domenica scorsa Ahmadinejad - che già ha dovuto rinunciare alla nomina a vicepresidente del consuocero Esfandian Mashai per volontà della guida suprema, l'ayatollah Ali Khamenei - ha anticipato i nomi di sei nuovi Ministri, alcuni dei quali costituiscono una sfida al campo più conservatore, che ha già reagito con ostilità.
Tra i confermati del vecchio esecutivo vi sono i titolari di Industria ed Economia, Ali Akbar Mehrabian e Shamseddin Hosseini, entrambi criticatissimi in occasione della loro nomina iniziale e per i quali la fiducia (che è individuale per ogni singolo Ministro) venne ottenuta solo di misura.
Ai Servizi segreti andrebbe un fedele collaboratore di Ahmadinejad, Heydar Moslehi, che tuttavia non è un mujtahed (ovvero un religioso in grado di interpretare la sharia), requisito che i titolari del dicastero devono rispettare per legge. Il Presidente a poi annunciato almeno tre Ministri donne, fornendo tuttavia solo due nomi: si tratta di Fatemeh Ajorlou, alla quale andrebbe il portafoglio degli Affari Sociali, e Marzieh Vahid Dastjerdi, alla Sanità.
La decisione finale spetterà in realtà a Khamenei, ma i conservatori - peraltro schieratisi con Ahmadinejad contro i riformisti Mir Hossein Moussavi e Mehdi Karrubi - già nei giorni scorsi avevano reso pubblica una lettera firmata da 202 deputati sui 290 che siedono in Parlamento in cui chiedevano al Presidente di scegliere Ministri «capaci, fedeli alla Rivoluzione e con esperienza».
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