12 ottobre 2025
Aggiornato 21:00
La Cina si schiera a fianco della Birmania nella vicenda di Aung San Suu Kyi

Cina: decisione di condanna a San Suu Kyi va rispettata

Ministero Esteri: «Giustizia Myanmar è autonoma»

RANGOON - La Cina si schiera a fianco della Birmania nella vicenda di Aung San Suu Kyi. La comunità internazionale deve rispettare la decisione della giustizia della Birmania di condannare l'icona della democrazia nella nazione.

Alleato chiave - Una portavoce del ministero degli Esteri di Pechino, in una nota inviata via fax, ha sottolineato che la «comunità internazionale dovrebbe rispettare completamente la sovranità giudiziaria della Birmania». Ha aggiunto che la Cina auspica che questo Paese possa «gradualmente realizzare stabilità, democrazia e sviluppo». La Cina, principale partner commerciale del paese, si conferma così alleato chiave del regime militare di Myanmar.

Suu Kyi, ex Premio Nobel per la Pace oggi 64enne, è stata condannata ieri da un tribunale birmano per aver violato il precedente regime degli arresti domiciliari, permettendo a un cittadino americano che aveva raggiunto a nuoto la sua casa di restarci due giorni. Ha già trascorso quattordici degli ultimi venti anni agli arresti domiciliari. La condanna di ieri implica però la sua impossibilità a partecipare alle elezioni che dovrebbero in teoria tenersi il prossimo anno.

ONU - In merito alla vicenda, il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite ha rinviato ad oggi qualunque decisione su una nuova dichiarazione contro la giunta militare birmana. A bloccare il progetto di dichiarazione degli Stati Uniti sono stati la Cina, la Russia, il Vietnam e la Libia, i cui ambasciatori al Palazzo di Vetro avevano chiesto del tempo per consultazioni con i propri governi.