19 aprile 2024
Aggiornato 05:30
In campo il presidente francese nella vicenda di Clotilde Reiss

Sarkozy: liberazione Reiss è «obbiettivo prioritario»

Comunicato presidenza francese: «Moltiplichiamo gli interventi»

PARIGI - Scende in campo personalmente il presidente francese Nicolas Sarkozy nella vicenda di Clotilde Reiss, la giovane lettrice dell'università di Isfahan sotto processo per il suo ruolo 'sovversivo' nelle manifestazioni seguite alla rielezione del presidente iraniano Mahmoud Ahmadinejad.

«Obbiettivo prioritario» - Il capo dello stato francese considera la liberazione della giovane come un «obbiettivo prioritario» - fa sapere l'Eliseo - e sta moltiplicando «gli interventi presso tutti coloro che possono esercitare un'influenza» sulla questione.

Ieri il ministero degli Esteri francese aveva fatto sapere di «esigere» il rilascio della giovane, arrestata in Iran con l'accusa di aver partecipato alle proteste post-elettorali e comparsa l'altroieri davanti a una corte di Teheran, al quale ha chiesto «perdono» nella speranza di essere «graziata».

Prontamente oggi è arrivata la risposta di Teheran: il ministero degli Esteri dell'Iran ha protestato contro gli «interventi» stranieri negli affari interni del paese, affermando che il processo contro i manifestanti arrestati dopo le presidenziali di giugno si svolge in maniera conforme alle «leggi internazionali». Secondo il portavoce del ministero Hassan Ghashghavi, citato dall'agenzia ufficiale Irna, la reazione dei paesi occidentali al processo è «illegale e sorprendente».

Clotilde Reiss, 24 anni, è stata arrestata il 1 luglio all'aeroporto di Teheran, mentre si apprestava a rientrare in Francia. Al processo ha ammesso di aver partecipato a delle manifestazioni il 15 e 17 giugno a Isfahan, e di aver scattato foto e girato delle immagini. Su questa 'confessione' si appoggia il portavoce del ministero degli Esteri: «Questa francese è venuta a insegnare il francese all'università di Isfahan. Poi ha partecipato a delle manifestazioni a Teheran, ha scattato foto e fatto delle riprese. Questo non ha nulla a che vedere con l'insegnamento del francese. Voleva insegnare il francese ai manifestanti?» ha detto Hassan Ghashghavi nel corso di un punto stampa. «Poi ha mandato un migliaio di email e di foto. Che vuol dire?».

Inoltre secondo Ghashghavi «il processo dimostra che questa persona e le altre due (gli impiegati delle ambasciate) sono giudicati conformemente alle leggi internazionli. L'imputata ha un avvocato e il processo è perfettamente legale».