28 agosto 2025
Aggiornato 12:30
I mauritani si recheranno oggi alle urne

Mauritania: oggi si vota per il Presidente, un anno dopo golpe

Oltre 1,2 milione gli elettori. Voteranno anche all'estero

Nouakchott - I mauritani si recheranno oggi alle urne per eleggere un nuovo Presidente dopo il golpe militare dello scorso anno che ha rovesciato il Capo di Stato eletto nel marzo 2007, Sidi Ould Cheikh Abdallahi. Le elezioni si svolgono in base all'accordo raggiunto il 4 giugno scorso a Nouakchott, al termine di un negoziato condotto sotto l'egida della comunità internazionale.

Più di 1,2 milione di elettori sono chiamati a scegliere tra nove candidati alla massima carica dello stato. Per la prima volta voteranno anche i mauritani che oggi vivono in 26 Paesi stranieri. La comunità internazionale invierà circa 250 osservatori, in particolare dell'Unione africana (Ua), dell'Unione europea (Ue), dell'Organizzazione internazionale della francofonia e della Lega araba.

L'ex capo della giunta militare, generale Mohamed Ould Abdel Aziz, appare tra i favoriti. Aziz si è dimesso lo scorso aprile dalla guida della giunta per potersi candidare. Durante la campagna elettore si è presentato come il «candidato dei poveri», pronto ad avviare «un cambiamento costruttivo». Altro favorito è il colonnello Ely Ould Mohamed Vall, già protagonista nel 2005 di un colpo di Stato, che due anni più tardi passò il potere ai civili al termine di una «transizione» spesso indicata come esemplare.

Queste elezioni registrano per la prima la partecipazione di un islamico moderato, Jemil Ould Mansour, leader dell'unico partito politico islamico del Paese, autorizzato nel 2008 e presente in Parlamento con cinque deputati. Tra i candidati figurano anche due uomini politici della minoranza nera (20% della popolazione che discende dagli schiavi): Kane Hamidou Baba, vicepresidente dell'Assemblea nazionale, e Ibrahima Moctar Sarr, che alle presidenziali del 2007 aveva ottenuto quasi l'8% dei voti.

Iniziata il 2 luglio, la campagna elettorale si è svolta senza gravi incidenti, ma si è trasformata presto in un'invettiva tra l'ex leader della giunta e i suoi principali oppositori.
Gli ultimi comizi sono in programma per questa sera, quasi tutti nella capitale. Secondo numerosi osservatori, è probabile che si andrà al ballottaggio, già fissato per il 1 agosto.