3 ottobre 2025
Aggiornato 14:00
Usa e Russia in accordo

Obama a Putin: una Russia forte e prospera

Incontro tra i presidenti delle due grandi potenze

MOSCA - Il presidente degli Stati Uniti Barack Obama, in visita a Mosca, ha chiesto che Usa e Russia abbandonino le diffidenze reciproche della Guerra Fredda e costruiscano una vera partnership globale per far ripartire le relazioni tra le due potenze. Nel suo discorso Obama è stato attento a non criticare direttamente la leadership del Cremlino e ha detto ripetutamente che gli Usa non cercano di imporre alcun sistema di governo a un altro paese.

DISARMO NUCLEARE - Il giorno dopo la storica firma a Mosca degli accordi per il disarmo nucleare, il presidente americano Barack Obama ha espresso di aver apprezzato «il lavoro straordinario» svolto da Vladimir Putin al Cremlino e alla testa del governo russo dal maggio 2008. Obama è stato ricevuto dal premier russo nella sua dacia di Novo-Ogavero, alle porte di Mosca, per una colazione di lavoro vis-à-vis. «Sono consapevole del lavoro straordinario che avete svolto come Presidente e nel vostro attuale ruolo di primo ministro - ha detto Obama al suo arrivo nella residenza di Putin - abbiamo un'eccellente opportunità di gettare basi più solide per le relazioni russo-americane. Non siamo forse sempre d'accordo su tutto ma ci consultiamo, nell'interesse dei popoli russo e americano». Anche Putin ha detto di contare su Obama per rilanciare i rapporti tra i due Paesi. «Noi associamo al vostro nome la speranza di rilanciare le nostre relazioni - ha detto Putin - la storia delle relazioni russo-americane ha conosciuto alti e bassi. Ci sono stati anni di assoluta prosperità, c'è stata grigia routine e persino scontro», ha aggiunto il premier russo.

PUTIN «INDISPETTITO» - L'incontro non è stato cordiale come la cena di ieri sera a casa di Medvedev, perché Putin non ha digerito affatto la battuta di Obama, «il primo ministro russo tiene un piede nel passato e uno nel presente», e nemmeno ha apprezzato le sue lodi per Medvedev, come se lui fosse il Cattivo e l'altro il Buono. Il presidente americano ha descritto il potere russo come un tandem, portato avanti da entrambe le figure di spicco: Medvedev e Putin. Quest'ultimo è ancora la figura dominante della politica interna: il suo tasso di popolarità resta altissimo. Ai russi piace la sua mano ferma e il suo orgoglio «imperiale». E' lui che non vuole cedere con gli americani sullo «Scudo spaziale» e, se si va a leggere seriamente gli accordi siglati ieri, non se ne trova traccia. Al contrario, sono gli americani che mostrano flessibilità e comprensione, accettando il concetto di «inseparabilità» di armamenti offensivi e difensivi propugnato da Putin, e sul quale Medvedev si è subito allineato. Dietro Putin ci sono i militari, i servizi segreti, il ministero degli Interni, quei poteri forti in mano a coloro che i russi chiamano siloviki. La Costituzione prevedeva il loro controllo da parte del presidente. Prima di cedere il Cremlino a Medvedev, Putin ha fatto approvare emendamenti costituzionali che hanno in parte tolto al presidente queste prerogative. E soprattutto, è Putin che manovra il gioco dei proventi energetici, la strategia di Gazprom, la vera arma del Cremlino.