2 maggio 2024
Aggiornato 15:30
Politiche europee

Europarlamento: con la scelta capigruppo inizia VII legislatura

Eletti per Ppe, Verdi e Alleanza progressista (ex Pse), non Alde

BRUXELLES - E' cominciata oggi a Bruxelles, nei fatti, la VII legislatura del Parlamento europeo, con la ricostituzione di tre dei più importanti gruppi politici - il Ppe, il gruppo dei Socialisti ribattezzato Alleanza progressista, e il gruppo dei Verdi - e l'elezione, senza soprese, dei loro presidenti.

PPE - Per il Ppe, con 228 voti a favore, 3 contro e 11 astensioni, è stato riconfermato il capogruppo Joseph Daul, francese dell'Ump (il partito gaullista del presidente Sarkozy). Ma la vera novità, per il gruppo, è l'ingresso (ormai scontato) del Pdl, compresi gli eurodeputati provenienti da An, che diverse volte, in passato, avevano bussato senza successo alle porte dei Popolari. Tra i vicepresidenti del gruppo (di cui fanno parte anche gli eurodeputati dell'Ucd) è stato eletto Vito Bonsignore, del Pdl. Il Ppe, con 264 eurodeputati, è la 'famiglia' politica più importante di Strasburgo.

PSE - Riconfermato anche il capogruppo del Pse nella scorsa legislatura, il socialdemocratico tedesco Martin Schulz. Solo che, nel frattempo, il gruppo ha cambiato nome, soddisfacendo una condizione posta dagli italiani del Pd per entrarvi a far parte: si chiama ora 'Alleanza progressista dei Democratici e Socialisti europei'. Schulz ha avuto 144 voti favorevoli, 5 contrari e 11 astensioni. L'Alleanza progressista, con 183 parlamentari, sarà il secondo gruppo politico di Strasburgo. I suoi vicepresidenti saranno eletti domani mattina.

VERDI - Anche per i Verdi c'è stata una riconferma, quella di Daniel Cohn-Bendit, l'ex leader del '68 franco-tedesco, che resterà capogruppo al Parlamento europeo, ma sarà affiancato dalla co-presidente Rebecca Harms. La coppia di co-presidenti ha ricevuto 42 voti su 43 (con un'astensione). Rebecca Harms, tedesca, è stata eletta in sostituzione dell'italiana Monica Frassoni, che non è stata riconfermata europarlamentare perché la sua lista Sinistra e Libertà non è riuscita a superare lo sbarramento del 4% in Italia.

COMMISSIONE EUROPEA - Secondo fonti presenti alla riunione del Ppe, Daul avrebbe confermato l'intenzione di chiedere il voto dell'Aula a luglio su un'altra riconferma, quella di José Manuel Barroso alla guida della Commissione europea; ma la discussione su questo punto dovrebbe svolgersi in una nuova riunione del gruppo, domani mattina. Stesso scenario, ma speculare, nel Pse, dove la posizione di principio contraria a votare su Barroso già a luglio sarà discussa subito dopo l'elezione dei vicepresidenti di gruppo, domani mattina, sempre a Bruxelles. I Verdi, da parte loro, continuano a fare campagna contro la rielezione di Barroso e in particolare, per il momento, contro il voto di gradimento dell'Europarlamento a luglio.

La costituzione dei gruppi e l'elezione dei capigruppo, almeno per il Ppe e l'Alleanza progressista, sono avvenuti con due settimane di anticipo rispetto alla tabella di marcia normalmente usata dopo le elezioni europee. Ma l'Alleanza dei Liberali e Democratici europei (Alde), terzo gruppo di Strasburgo, ha meno fretta, e ha deciso di votare per eleggere il proprio presidente solo il 30 giugno, dopo una riunione informale nei prossimi giorni a Bristol, collegio elettorale del capogruppo uscente Graham Watson. Al posto di quest'ultimo, i Liberaldemocratici dovrebbero eleggere l'ex premier belga Guy Verhofstadt, oppure le vicepresidente dell'Europarlamento Diana Wallis, britannica.

Sta prendendo il suo tempo anche il gruppo della Sinistra unitaria europea (Gue), che comunque dovrà cambiare presidente perché il capogruppo uscente, il francese Francis Wurtz, non si è ripresentato.

Intanto, si è formato ieri il nuovo gruppo euroscettico guidato dai Conservatori britannci, che sono riusciti a riunire attorno a loro 55 eurodeputati, due in più dei Verdi, diventando così il quarto 'partito' dell'Europarlamento. non hanno ancora eletto, tuttavia; il loro capogruppo. Sono in corso anche tentativi - sempre molto difficili - di riunire i vari spezzoni dell'estrema destra xenofoba e anti-Ue.

Non è chiaro, infine, che cosa faranno gli eurodeputati del gruppo di destra Uen (Unione Europa delle nazioni), decimato dalla defezione degli ex membri di An e da quelli dell'Ods, il partito euroscettico ceco. Una possibilità è che gravitino verso il 'vecchio' gruppo euroscettico di destra Indipendenza/Democrazia, su cui pure pesano, per ora, diverse incertezze. Per formare un gruppo politico al Parlamento europeo sono necessari almeno 25 eurodeputati provenienti da almeno sette diversi Stati membri.