Obama cauto su Iran, ma repressione proteste sarà ago bilancia
Potrebbe riconsiderare moderazione criticata da repubblicani
WASHINGTON - Se le manifestazioni di protesta previste nel weekend a Teheran dovessero sfociare in una repressione violenta, il presidente degli Stati Uniti Barack Obama sarebbe pronto a rivedere la cautela con cui ha affrontato l'argomento nelle ultime ore, adottando un tono meno calibrato. D'altra parte l'inquilino della Casa Bianca anche nell'intervista di ieri a Cbs News, ha usato toni piuttosto moderati cercando un compromesso fra le pressioni politiche a condannare Teheran, e il desiderio di non rovinare il lavoro di riavvicinamento compiuto negli ultimi mesi.
L'atteggiamento di Obama fin qui ha destato critiche e perplessità bipartisan: e non è un caso che ieri la Camera degli Stati Uniti abbia lanciato un forte messaggio di condanna contro l'Iran, e contro i suoi continui tentativi di soffocare le varie manifestazioni, attraverso una risoluzione approvata con 405 voti favorevoli e uno contrario.
Secondo quanto riferisce oggi il New York Times, gli eventi del weekend in Iran rappresenteranno il principale indicatore del prossimo atteggiamento di Obama: l'eventuale repressione violenta della manifestazione di protesta prevista per oggi fornirebbe il destro al presidente statunitense per allinearsi alle posizioni di numerosi leader europei ed esprimere una ferma e risoluta condanna del comportamento di Teheran.
Il presidente degli Stati Uniti ha detto ieri che «il mondo osserva» l'Iran e il suo comportamento dopo il successo di Mahmoud Ahmadinejad alle elezioni presidenziali del 12 giugno e le manifestazioni di protesta organizzate dall'opposizione che ha denunciato brogli e contesta l'esito del voto. «Visti il tenore e il tono di certe dichiarazioni che sono state fatte, mi sembra molto importante che il governo iraniano si renda conto che il mondo lo osserva», aveva detto Obama, che ha parlato poche ore dopo il discorso tenuto dalla suprema guida iraniana, l'ayatollah Ali Khamenei. «Il modo con cui (i dirigenti iraniani) trattano le persone che cercano di farsi ascoltare con mezzi pacifici darà - io penso - alla comunità internazionale una buona idea di quello che è o non è l'Iran», aveva aggiunto il presidente americano.
Una presa di posizione giudicata non sufficientemente dura soprattutto dai repubblicani. Indicative le parole di Mike Spence, uno degli esponenti dell'opposizione Usa che ha sponsorizzato la risoluzione votata dalla Camera. Spence ha ricordato il giorno in cui l'ex presidente americano Ronald Reagan disse all'ex presidente sovietico Mikhail Gorbaciov, riferendosi al Muro di Berlino. «Abbatti questo muro!». In quell'occasione, ha affermato Spence, Reagan non disse che «il muro non era un fatto che ci riguardava». Una vera e propria frecciata anche contro quanto detto qualche giorno fa da Obama che, pur riconoscendo di essere «profondamente preoccupato» per la situazione in atto in Iran, aveva sottolineato «che, considerata la storia delle relazioni tra gli Stati Uniti e l'Iran, non è produttivo vedere il presidente Usa che si intromette» nella questione.
Ma tanto è bastato per spingere Obama a una presa di posizione più netta, in attesa degli eventi di oggi e domani: gli Stati uniti, ha spiegato il presidente, «sono al fianco» di chi in Iran «reclama giustizia in modo pacifico».
- 09/07/2021 Donald Trump torna all'attacco: «C'è Washington dietro l'inchiesta contro la Trump Organization»
- 08/07/2021 Donald Trump fa causa a Google, Facebook e Twitter
- 01/03/2021 Il ritorno di Donald Trump
- 04/07/2020 Donald Trump contro i «fascisti di estrema sinistra»: Non abbatterete la nostra Storia