29 marzo 2024
Aggiornato 07:30
Elezioni Iran

Ancora tensioni a Teheran in attesa del riconteggio

Vietata alla stampa straniera la copertura avvenimenti in corso

TEHERAN - Mentre a Teheran si assiste a contemporanee manifestazioni oceaniche dei sostenitori del presidente rieletto Mahmoud Ahmadinejad da una parte e dei partigiani del grande sconfitto, Mir Hossein Mousavi, dall'altra, la Guida suprema iraniana, l'ayatollah Ali Khamenei, si è detta favorevole a un riconteggio dei risultati, ma soltanto parziale e «se necessario».

Intanto, la comunità internazionale ha condannato le violente repressioni di piazza che hanno provocato due giorni fa la morte di sette civili e ha espresso dubbi sulla regolarità del voto. E in questo clima di tensioni sempre più crescenti, le autorità iraniane hanno vietato ieri alla stampa straniera la copertura degli avvenimenti in corso.

Da Washington il presidente Barack Obama ha detto di sentirsi «turbato» per gli avvenimenti in Iran seguiti all'annuncio della rielezione contestata del presidente Mahmoud Ahmadinejad. «Sono profondamente preoccupato» per le elezioni che si sono svolte in Iran e «penso che anche il mondo sia profondamente preoccupato... Spero che l'Iran potrà fare un giusto passo, e che il popolo iraniano riuscirà a esprimere la sua voce e la sua aspirazione».

Secondo il ministro degli Esteri Franco Frattini, il via libera del Consiglio dei Guardiani, la consulta iraniana, al riconteggio dei voti per l'elezione del nuovo presidente è un «segnale positivo». Il titolare della Farnesina ha confermato l'invito a Teheran per il G8 di Trieste su Afghanistan - Pakistan e si è detto certo che la Repubblica islamica sarà presente «al massimo livello» possibile. E se il riconteggio dei voti è «un segnale positivo, dal fronte opposto è altrettanto positivo» e «incoraggiante» l'invito di Mir Hossein Moussavi a «non scendere in piazza per evitare scontri in un momento in cui le autorità si sono impegnate a fare chiarezza», ha sottolineato Frattini.

Per il presidente francese, Nicolas Sarkozy «l'ampiezza del broglio» denunciata in Iran «è proporzionale alla violenza della reazione». Il popolo iraniano «merita altre cose», ha aggiunto il capo dell'Eliseo ieri in visita in Gabon, sottolineando che comunque «non è negativo avere un vero movimento di opinione che cerca di togliersi le catene».

Nella capitale iraniana il ministero degli Esteri ha convocato l'incaricato d'affari ceco nella capitale, Josef Havlas, in qualità di rappresentante dell'Unione europea e del Paese presidente di turno della Ue, per consegnargli una nota di protesta del governo di Teheran per i commenti critici espressi dalla Ue sulle elezioni presidenziali in Iran. «La Repubblica islamica dell'Iran - si legge nella nota - condanna le opinioni di ingerenza e offensive espresse sulle elezioni presidenziali iraniane da alcuni paesi occidentali, comprese le dichiarazioni dei ministri degli Esteri della Ue e della presidenza di turno della Ue».

Stesso discorso per l'ambasciatore britannico a Teheran, Simon Lawrence Gass, cui è stata consegnata una nota di protesta per «i commenti poco convenzionali e ineducati» del primo ministro Gordon Brown e del ministro degli Esteri David Miliband. Brown lunedì aveva detto che l'Iran doveva «rispondere alle serie domande poste dallo svolgimento delle elezioni iraniane», mentre Miliband aveva parlato di «seri dubbi» sul risultato dello scrutinio.