5 maggio 2024
Aggiornato 22:00
Nucleare nordcoreano

Pyongyang: «impossibile» rinunciare a bombe atomiche

Risposta a sanzioni ONU: «Tutto il plutonio usato per le armi»

PYONGYANG - Il regime comunista di Pyongyang non abbassa la testa di fronte all'inasprimento delle sanzioni da parte del Consiglio di Sicurezza dell'Onu, e minaccia anzi di proseguire il suo programma di arricchimento dell'uranio e di utilizzare tutte le sue riserve di plutonio a fini militari.
«L'opzione di abbandonare le armi atomiche è diventata ormai impossibile», ha fatto sapere con un comunicato il ministero degli Esteri nordcoreano. E' la prima volta, scrive la Bbc, che Pyongyang conferma ufficialmente l'esistenza di un programma di arricchimento dell'uranio al fine di sviluppare armi nucleari.

Si acuisce la crisi nella penisola coreana. Dopo il test nucleare effettuato dai nordcoreani il 25 maggio scorso, e i successivi test missilistici che hanno messo in allarme i Paesi della regione - Giappone e Corea del Sud in testa - il Consiglio di Sicurezza dell'Onu ha approvato ieri all'unanimità la risoluzione 1874 che prevede più ispezioni dei carichi aerei, marittimi e terrestri diretti o provenienti dalla Corea del Nord, anche in alto mare; l'estensione dell'embargo sulle armi, l'aggravamento delle sanzioni finanziarie nei confronti di Pyongyang; l'estensione della lista delle entità nordcoreane colpite dal blocco dei beni all'estero e l'inserimento di individui in quella lista. La risoluzione mira dunque a impedire le attività nucleari e balistiche del regime di Pyongyang e a colpire i ricavi ottenuti dalla vendita di armi e di tecnologia.

La risposta minacciosa alle nuove sanzioni è giunta oggi con un comunicato diffuso dall'agenzia di Stato nordcoreana, la Kcna. Le sanzioni sono «un ulteriore vile prodotto dell'offensiva internazionale guidata dagli Stati Uniti per indebolire, disarmare la Repubblica democratica della Corea e soffocare la sua economia», si legge nel testo. Pyongyang ha informato, inoltre, che ogni blocco imposto alla Corea del Nord sarà assimilato ad un atto di guerra.

Da quando il presidente Barack Obama è alla guida degli Stati Uniti, Washington ha sempre sostenuto invece di non essere interessata a un attacco del paese asiatico. Ieri l'ambasciatrice americana al Palazzo di Vetro, Susan Rice, aveva comunque previsto una risposta «irresponsabile» da parte di Pyongyang alla nuova risoluzione, votata anche da Cina e Russia - Paesi alleati della Corea del Nord -, con la quale il Consiglio di Sicurezza ha assunto una posizione «senza precedenti».

Intanto, come precauzione verso l'imprevedibile vicino, già la settimana scorsa la Corea del Sud aveva inviato molte centinaia di militari alla frontiera marittima con la Corea del Nord, già teatro di scontri navali nel 1999 e nel 2002. Secondo l'agenzia Yonhap, più di 600 militari della Marina sono stati dispiegati nelle isole di Yeonpyeong e di Baekryeong per rafforzare la presenza sul posto.