29 aprile 2024
Aggiornato 15:00

Voto Libano: Maggioranza esulta, ma potrà governare?

Voto propone «fotocopia» della precedente assemblea

BEIRUT - Esulta il fronte pro-occidentale libanesi per il risultato del voto legislativo di ieri che secondo le prime proiezioni avrebbe mantenuto la maggioranza in parlamento. In mancanza di dati ufficiali, il fronte 14 marzo sarebbe riuscito a far eleggere 70 deputati contro 58 dell'opposizione. «Ma questa è la fotocopia della vecchia assemblea della divisione civile», come scrive oggi il quotidiano libanese dell'opposizione che «data la difficoltà di governare» prospetta un governo «di compromesso per far uscire il paese dall'acuta crisi politica che lo attanaglia da anni.

Ma al di là dell'argomentazione di Assafir, i risultati del voto, se confermati, non sembrano garantire la possibilità della coalizione cristiano-sunnita di governare il paese. La costituzione libanese, prevede infatti che i seggi del parlamento siano divisi esattamente a metà tra musulmani e cristiani con 64 deputati ciascuno. Se confermato, il responso delle urne assegna si, la maggioranza alla coalizione sunnita (musulmani) e maronita (cristiani), ma è anche vero che l'opposizione, oltre a monopolizzare il voto sciita, continua ad avere come principale alleato, «il primo partito maronita»; ovvero la Corrente dei Liberi Patrioti (Clp), il partito dell'ex capo di stato maggiore, il generale cristiano Michel Aoun.

Scorrendo i risultati elettorali, emerge evidente che la causa principale della sconfitta dell'opposizione guidata da Hezbollah, il movimento sciita con il quale Aoun ha mantenuto per quattro anni una stretta alleanza, e stato il crollo del Clp nei distretti elettorali decisivi per il risultato finale, in particolare in quello di Zahle dove Hariri e i suoi alleati cristiani hanno conquistato tutti e sette i seggi in palio nel feudo sino a ieri inespugnabile dell'alleato cristiano.

Con l' alleato cristiano fortemente ridimensionato, l'opposizione, con gli Hezbollah e l'altro partito sciita Amal, confermando il loro monopolio del voto sciita, riuscirebbe comunque a mantenere lo stesso numero di seggi della precedente assemblea che non ha potuto fare altro che proporre un governo di unita nazionale. Tutto, come prima, dunque.

Ed è proprio il quotidiano Assafir, subito rilanciato dalla tv satellitare al Jazeera che avanza l'ipotesi di un'uscita «dall'impasse e dallo stallo di governare»: «una corrente di centro - prospetta Assafir - guidato dal presidente del parlamento (il sciita Nabih Berri) assieme al leader druso Walid Jumblat». Insomma, i due principali alleati dei due antagonisti libanesi, alla guida di un governo con l'appoggio delle due maggiori formazioni politiche guidate rispettivamente dal filo occidentale, Saad Hariri, e il filo iraniano, Hassan Nasrallah.