1 maggio 2024
Aggiornato 23:00

Guantanamo, portavoce Solana: Lavoriamo per accordo UE a breve

«C'è volontà di collaborare per risolvere problema complesso»

BRUXELLES - L'Unione europea «sta lavorando con la volontà di arrivare in tempi brevi a un accordo fra tutti gli Stati membri» per dare una risposta al problema dei detenuti di Guantanamo che gli Stati Uniti vorrebbero far accogliere dai loro alleati europei. A riferirlo ad Apcom è stata oggi la portavoce dell'Alto rappresentante Ue per la politica Estera, Javier Solana, dopo che ieri e oggi il ministro degli Esteri Franco Frattini ha detto che il nostro Paese dovrebbe considerare con «spirito positivo» eventuali richieste di Washington, «valutando i singoli casi che non conosciamo, sulla base di un quadro europeo».

«Il problema è molto complesso», ha ricordato la portavoce Cristina Gallach, ma «c'è la volontà di collaborare per aiutare gli Stati Uniti a chiudere il campo di Guantanamo».

A Bruxelles da diversi mesi sono in corso consultazioni fra i 27, condotte non solo dall'ufficio di Javier Solana (che in passato ha parlato di questo dossier con il segretario di Stato Hillary Clinton), ma anche dal coordinatore anti-terrorismo Gilles de Kerkhove e dal commissario Ue alla Giustizia Jacques Barrot.

«Le riunioni in questi giorni si stanno intensificando», hanno spiegato fonti diplomatiche di Bruxelles, e l'accordo finora «ha tardato perché accettare le richieste degli Usa presuppone da lato un quadro comune, ma poi le decisioni concrete spettano ai singoli Stati, i cui sistemi interni sono molto gelosi della loro indipendenza». In ogni caso, hanno precisato, «l'obiettivo è quello di arrivare a giugno a un'intesa», che passi per una discussione fra i ministri dell'Interno dell'Ue (il 5 e 6 giugno) e quelli degli Esteri (il 15 giugno).

In concreto, hanno aggiunto le fonti, potrebbe trattarsi di «linee guida» per gli Stati nel trattare i casi di 'affidamento' da parte degli Usa, oppure di una vera e propria «azione comune», più vincolante. Uno dei problemi che dovrebbe risolvere questo meccanismo è quello di un «sistema di vigilanza aperto» fra i paesi Ue per risolvere i problemi giuridici collegati allo spazio comune di circolazione all'interno delle frontiere dei paesi Schengen.