Presidenziali Iran: iscritta folla di improbabili candidati
Stampa si diletta a riportare loro stravaganze, ma governo no
TEHERAN - «Se verrò eletto provvederò sicuramente a istituire relazioni diplomatiche con il nemico israeliano, ma sia chiaro che l'Iran dovrà avere la sua bomba atomica». A parlare non è il presidente iraniano Mahmoud Ahamdinejad, ma più semplicemente uno dei 170 aspiranti candidati che finora si sono iscritti alle liste per concorrere alle elezioni presidenziali della Repubblica islamica, previste per il prossimo 12 giugno.
Alla vigilia della campagna elettorale, la stampa locale si diletta a riportare le idee e le aspirazione di stravaganti candidati di ogni tipo, che - senza alcuna chance di essere ammessi - si riversano da tutto il paese alle sede del ministero degli Interni per mettersi in mostra.
Questa tornata è ricca di personaggi particolari come 'Nima', un trentacinquenne che interpellato dal giornale Etemad Melllay su cosa significhi per lui «la torta gialla» con la quale si indica l'uranio - il riferimento è al programma nucleare iraniano - non esita di dire: «una cosa da mangiarsela». Abdil Ali (57 anni), un altro candidato spera di «migliorare i rapporti con l'occidente», giura che in caso di affermazione provvederà a licenziare «chiunque si opporrà» al suo governo, ma anche a «vietare il gioco del calcio» e «stringere la mano alla signora Angela Merkel» il cancelliere tedesco, con la quale «intavolerei volentieri» trattative per il nucleare. E poi c'è il più piccolo, Kourosh Mozouni, 12 anni appena, che si è registrato proprio oggi.
La tradizione giornalistica di mettere in luce questi personaggi non piace agli ayatollah di Teheran: «Queste cose danneggiano l'immagine del presidente» ha detto ieri rivolgendosi ai media ai giornalisti Ali Larijani, presidente del parlamento. La legge elettorale stabilisce che il candidato deve essere «una personalità religiosa oppure politica». La possibilità che la domanda d'iscrizione di questi candidati venga accolta è pari a zero. Nelle elezioni del 2005, la severa commissione che decide l'abilitazione - formata dai Guardiani della Rivoluzione - scelse solo 10 candidati, accuratamente selezionati.
Tuttavia, per molti iraniani che provengono dalla campagna, la stagione elettorale è una ghiotta occasione per mettersi in luce. E' il caso anche del 75enne Abdil Majd Sabid Kassah, che arrivato a Teheran «a notte fonda» ha dormito davanti al ministero. Al mattino, all'arrivo dei giornalisti, ha affermato che nel suo programma elettorale è prevista «la costruzione di 4 alberghi gratis in ogni città».
Non manca chi è convinto di ottenere «il 100% delle preferenze»; e c'è anche il «fondatore del partito dell'amore» che «al momento opportuno» esporrà le sue «nuove idee sulla pace di fronte all'Assemblea Generale dell'Onu». Per ultimo, due che si dichiarano laureati: il primo vorrebbe che l'alta carica fosse «condivisa tra due presidenti di pari grado»; mentre il secondo accusa l'ex presidente Mohammed Khatam, di avergli «rubato l'idea del dialogo tra le religioni, perché «quel marchio l'ho registrato io prima degli altri».
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