La politica di coesione aiuterà l’Europa a uscire dalla crisi
Lo affermano i commissari Hübner e ¦pidla
I commissari Danuta Hübner (Politica regionale) e Vladimír ¦pidla (Occupazione, affari sociali e pari opportunità) salutano oggi con soddisfazione il raggiungimento di un accordo intervenuto tra il Consiglio e il Parlamento europeo a sostegno del pacchetto che la Politica di coesione propone in risposta alla crisi economica. Il pacchetto completo comprende misure che vanno da massicce iniezioni di liquidità sotto forma di anticipi complementari da parte dei Fondi strutturali, a procedure studiate per accelerare l’attuazione dei progetti, alla possibilità che l’UE cofinanzi il miglioramento dell’efficienza energetica delle abitazioni. Gli Stati membri hanno già ricevuto altri 6,25 miliardi di euro in anticipi su pagamenti: a metà aprile 4,5 miliardi dal Fondo europeo di sviluppo regionale e, subito dopo, 1,5 miliardi dal Fondo sociale europeo (FSE).
Commentando queste decisioni, il commissario Hübner ha affermato: «La politica di coesione sta aiutando l’Europa a uscire dalla crisi. L’eccellente cooperazione tra Commissione europea, Stati membri, Parlamento europeo, Comitato delle regioni dell’Unione europea e Comitato economico e sociale europeo, ci ha permesso di agire in modo rapido e incisivo. Invitiamo perciò gli Stati membri e le regioni a sfruttare fino in fondo tutte le possibilità offerte dalla politica europea di coesione e a scegliere progetti di buona qualità che possano trarre beneficio dal sostegno dell’UE. Prevediamo notevoli ripercussioni dovute a queste misure a favore dell’’economia, soprattutto nel settore delle costruzioni.»
Gli ha fatto eco il commissario ¦pidla: «A livello europeo, la nostra priorità nella crisi sono le persone e i loro posti di lavoro che vanno mantenuti o restituiti quanto prima a chi l’avesse perso. Il Fondo sociale europeo sta aiutando migliaia di europei a migliorare le proprie abilità e a svilupparne di nuove per ampliare le opportunità di lavoro. L’accordo raggiunto può essere un aiuto ancora maggiore per coloro che hanno perso il proprio lavoro o rischiare di perderlo in questa crisi. Esso permetterà alle organizzazioni più piccole di sostenere meglio, e in un quadro semplificato, i più vulnerabili.
Dare agli Stati membri e alle regioni una spinta iniziale
Alla fine del 2008, la Commissione propose una serie di modifiche ai regolamenti che disciplinano il Fondo europeo di sviluppo regionale (FESR), il Fondo sociale europeo (FSE) e il Fondo di coesione. Il 2 aprile, Il Parlamento europeo approvava le modifiche legislative. Oggi, anche i ministri degli Stati membri, in seno al Consiglio degli affari economici e finanziari (ECOFIN), hanno approvato le misure, che entreranno in vigore entro la fine di maggio.
L’iniezione di liquidità da 6,25 miliardi di euro nei 27 Stati membri ha lo scopo di stimolare l’attuazione dei progetti e di tutelare i posti di lavoro e di crearne di nuovi. Gli anticipi complementari portano il totale dei prefinanziamenti a quasi 30 miliardi di euro dal 2007 (v. l’allegata ripartizione per Stato membro), pari al 9% circa dei 347 miliardi che costituiscono il bilancio totale della politica di coesione per il pacchetto 2007-2013 e che comprende anche le seguenti novità:
* La possibilità di finanziare immediatamente «grandi progetti» (il cui costo complessivo per progetto superi 50 milioni di euro o 25 milioni per quelli a favore dell’ambiente) senza l’autorizzazione preventiva della Commissione europea. Tra il 2007 e il 2013 è prevista in tutta Europa la realizzazione di 900 grandi progetti circa, per un investimento totale di 120 miliardi di euro (FESR e Fondo di coesione).
* La semplificazione del sistema degli anticipi versati ai beneficiari nell’ambito di regimi di aiuti di Stato. Ciò significa, in pratica, che gli anticipi sugli aiuti di Stato versati ai beneficiari possono ora raggiungere il 100% dell’importo considerato.
* La semplificazione del sistema di rimborso per ridurre l’onere amministrativo sui beneficiari e accelerare i pagamenti. La Commissione può ora rimborsare spese generali di base su base forfetaria o versare importi forfetari per piccoli progetti - di gruppi vulnerabili, per esempio.
* La gestione semplificata di regimi di ingegneria finanziaria (financial engineering - FESR/FSE) che combinano prestiti attivi e passivi. Il programma JEREMIE (Joint European Resources for Micro to Medium Enterprises) permette alle piccole e medie imprese (PMI), duramente colpite dalla recessione economica, un più facile accesso al credito. La Banca europea per gli investimenti e la Banca europea per la ricostruzione e lo sviluppo possono aiutare a preparare i grandi progetti attraverso JASPERS (Joint Assistance in Supporting Projects in European Regions). Sostegni specifici saranno dati inoltre ai fornitori di microcredito non bancario, attraverso l’iniziativa JASMINE (Joint Action to support microfinance institutions in Europe).
* La possibilità offerta a tutti gli Stati membri di usare i fondi FESR (fino al 4% dei fondi loro attribuiti) per migliorare l’efficienza energetica e per misure basate su energie rinnovabili nelle abitazioni. Ciò significa che l’UE può cofinanziare programmi nazionali o regionali per promuovere l’installazione vetri doppi, isolamenti per pareti o pannelli solari. La legislazione precedente limitava la possibilità per gli Stati membri di ricorrere ai finanziamenti del FESR per le abitazioni.
In dicembre, un emendamento già convenuto, stabilisce che le norme che reggono i «progetti che generano redditi» (es.: i pedaggi autostradali) si applicano ai progetti del FESR e del Fondo di coesione solo se i costi totali superano 1 milione di euro.
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