19 aprile 2024
Aggiornato 01:00

Visita a sorpresa di Hillary Clinton a Baghdad

«Paese sulla strada giusta nonostante recenti violenze»

Baghdad - Nonostante le recenti violenze l'Iraq è sulla strada giusta: lo ha affermato il Segretario di Stato americano Hillary Clinton, giunta in una visita non annunciata a Baghdad. Il Segretario di Stato ha sottolineato come gli attentati degli ultimi due giorni, costati la vita ad almeno 148 persone, costituiscono la prova che gli estremisti temono che il governo di Baghdad stia riuscendo nel suo compito.

Clinton - alla sua prima visita in Iraq come Segretario di Stato - ha affermato che il Paese ha fatto enormi progressi e continua a meritare il sostegno dell'Amministrazione Obama, che ha intenzione di ridurre progressivamente la presenza militare statunitense fino al completo ritiro entro il 2010.

Ritengo che in Iraq vi saranno sempre dei conflitti politici, come in ogni società, ma credo nel complesso che il Paese sia sulla strada giusta», ha dichiarato Clinton ai giornalisti sull'aereo, avvertendo tuttavia che «vi saranno giorni difficili»: «Non conosco alcuna situazione internazionale complicata in cui non vi siano stati dei giorni difficili», ha tuttavia concluso.

Clinton dovrebbe incontrare il premier Nouri al Maliki, il presidente Jalal Talabani e il ministro degli Esteri Hoshyar Zebari, oltre al responsabile delle truppe statunitensi in Iraq, generale Ray Odierno e una delegazione di vedove di guerra irachene.

Dal punto di vista militare il Segretario di Stato ha affermato di voler conoscere la valutazione di odierno sul significato dei recenti attentati e «che cosa si possa fare per prevenirli, sia da parte delle forze statunitensi che dalle autorità irachene». Le truppe statunitensi dovrebbero lasciare le principali città irachene entro il 30 giugno, ma Odierno ha già preannunciato che in caso di richiesta delle autorità di Baghdad la presenza militare statunitense potrebbe essere prorogata.

Gli attentati di Baghdad e Muqdadiyah sono i più gravi da oltre un anno e hanno messo in luce le imperfezioni dell'apparato di sicurezza: il premier Al Maliki ha ordinato l'apertura di un'inchiesta militare.