29 aprile 2024
Aggiornato 10:00

Brasile-Usa: anche il caso del piccolo Sean fra Obama e Lula

Portato 4 anni fa dalla madre in Brasile senza accordo del padre

WASHINGTON - Padre americano, madre brasiliana defunta l'anno scorso; c'è anche il caso della custodia contesa del piccolo Sean sull'agenda dell'incontro fra Barack Obama e Luis Ignacio Lula da Silva, oggi alla Casa Bianca. Il presidente del Brasile è il primo leader dell'America meridionale ad essere ricevuto dal neopresidente americano, a testimonianza del peso economico del grande paese.

Certo si parlerà di crisi e Lula farà valere i suoi timori circa il protezionismo americano. In gennaio dette un segnale preciso partecipando per la prima volta al Forum Sociale brasiliano a Belem invece che al World Economic Forum di Davos, a fianco di altri quattro presidenti 'socialisti' (Venezuela, Bolivia, Ecuador e Paraguay), tutti a chiedere una revisione del capitalismo. Lula disse allora, «C'erano banchieri che continuamente dicevano a Brasile, Ecuador, Venezuela, Paraguay, Uruguay, Argentina come dovevamo gestire i nostri soldi. Tutti quei banchieri adesso hanno chiuso la bocca, perché adesso sono falliti per le cattive speculazioni». Prima di partire per Washington, adesso, avverte: la crisi «non può durare dieci anni, non possiamo permettercelo».

Ma la disputa sul bambino avrà, scrive il quotidiano O Globo, un posto importante anche perché la questione sta commuovendo l'opinione pubblica di ambo i paesi. L'americano David Goldman vuole la custodia di Sean, 8 anni, e si oppone all'avvocato brasiliano Joao Paulo Lins e Silva. La mamma di Sean, Bruna Bianchi, è morta l'anno scorso; il bambino è attualmente affidato alla zia Silvana Bianchi e al patrigno. La madre aveva portato Sean in Brasile nel 2004 senza il consenso del padre, in violazione della Convenzione dell'Aia sul rapimento di minori. Il Washington Post ha comparato la questione al caso bollente di Elian Gonzalez, il bimbo cubano al centro di una disputa di custodia e immigrazione nel 2000. E' stata la prima cosa di cui ha parlato Hillary Rodham Clinton incontrando il ministro degli Esteri brasiliano, Celso Amorim, la settimana scorsa a Washington.

La Camera dei rappresentanti ha votato una mozione mercoledì chiedendo il rimpatrio di Sean. David Goldman è stato in televisione a raccontare la sua storia in talk show popolari come quello di Larry King. Entrambi i governi sembrano d'accordo: il trasferimento di Sean fu illegale, dunque il bambino deve essere riportato dal padre. Ma la questione è in sospeso davanti a una corte federale brasiliana. Sean, la sua attuale famiglia e David Goldman sono a Rio per passare un test psicologico richiesto dalla giustizia per decidere sull'affidamento; la questione si presenta però lunga, e il cittadino statunitense può vedere il bimbo due volte al giorno con l'accompagnamento di uno psicologo. Il suo caso non è certo l'unico. Il Dipartimento di Stato Usa ha sempre aperti circa 2.000 casi di ragazzini 'rapiti' da uno dei genitori all'estero. 50 di questi casi, attualmente, coinvolgono proprio bambini che sono stati portati in Brasile. Gli Stati più coinvolti sono il Messico, l'India, il Giappone e il Canada; il Brasile è il quinto in graduatoria.