28 agosto 2025
Aggiornato 05:30

Darfur: tra i rapiti di Msf, un italiano, francese e canadese

Gli altri due sono sudanesi

KHARTOUM - Tra i cinque operatori umanitari di Medici senza frontiere-Belgio rapiti ieri nella regione sudanese del Darfur ci sono anche un cittadino italiano, un francese e un canadese. Gli altri due operatori sono sudanesi, stando a quanto riferito da alcune fonti. «Confermo il sequestro di tre operatori umanitari non sudanesi e di due operatori locali», ha detto alla France presse una fonte di Medici senza frontiere (Msf) che ha chiesto l'anonimato.

In un comunicato interno inviato via e-mail a tutte le organizzazioni non governative presenti in Sudan, si precisa che tra i rapiti ci sono «un uomo italiano, un uomo francese e una donna canadese». Il portavoce della forza di pace congiunta Onu-Unione africana (Unamid) presente nella regione, Kamla Saiki, ha precisato che «un gruppo di uomini armati ha fatto irruzione ieri attorno alle 20 (18 in Italia)» negli uffici di Msf-Belgio a Saraf Umra, circa 200 chilometri a ovest di El Fasher, capitale del Nord-Darfur.

«Si tratta della prima volta, per quanto ne sono a conoscenza, che operatori umanitari internazionali vengono rapiti in Darfur», ha aggiunto, precisando che l'Unamid è pronta a «offrire il suo aiuto nella misura delle sue capacità». Anche la Farnesina ha confermato la presenza di un cittadino italiano tra i rapiti. Le sezioni di Msf di Francia e Paesi Bassi sono state espulse dalla regione sudanese la scorsa settimana, insieme a un'altra decina di ong, dopo che la Corte penale internazionale dell'Aia (Cpi) ha spiccato un mandato di arresto contro il presidente sudanese Omar al Bashir, per crimini di guerra e contro l'umanità commessi nella regione.

Khartoum ha accusato le ong espulse dal Darfur di aver collaborato con la Cpi. L'ordine di espulsione non ha riguardato le sezioni di Belgio, Svizzera e Spagna di Msf. La guerra in atto nella regione dal 2003 ha causato almeno 300.000 morti e 2,7 milioni di profughi.