25 aprile 2024
Aggiornato 23:30
Crisi Caucaso

Russia, cominciato il ritiro. Ma solo a metà

Le truppe lasciano la Georgia, ma si rafforzano ai confini

Come stabilito nell'accordo di lunedì scorso tra il presidente francese Sarkozy e quello russo Medvedev, è cominciato il ritiro delle truppe russe dal territorio georgiano. Per il presidente russo sarà un ritiro lento e parziale per favorire, la fine di «atti idioti» da parte del regime militare georgiano. Intanto si fa un primo bilancio delle vittime nel conflitto caucasico: l'agenzia Interfax parla di almeno 500 morti.

Il Cremlino ha disposto il ritiro delle truppe con l'eccezione dei territori dell'Ossezia del Sud e dell'Abkhazia per «evitare il ripetersi di aggressioni da parte georgiana». Qui, in base alle richieste dei leader locali verrà rafforzato il presidio di controllo e sicurezza. Le forze presenti nelle due repubbliche «dissidenti» saranno 7600. Un incremento di 2800 unità in Ossezia del Sud e di 1300 in Abkhazia. Modalità e logistica saranno affidate al ministro della Difesa russa, Anatoly Serdyukov, che predisporrà l'esercito a Dzhava, Tskhinvali e intorno a Sukhumi.

Il governo russo stabilirà al più presto rapporti diplomatici con le due repubbliche separatiste a cui seguiranno accordi di amicizia, cooperazione e assistenza reciproca.

E mentre il portavoce del ministero dell'Interno georgiano Shota Utiashvili, commenta positivamente il primo segno di ritiro dalla zona cuscinetto del villaggio di Ganmukhuri, vicino al confine con l'Abkhazia, fa eco la risposta minacciosa del ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov: «Le truppe russe rimarranno a lungo in Abkhazia e Ossezia del Sud».

A.Dra