2 ottobre 2025
Aggiornato 17:00
Crisi Caucaso è l'ora dell'Europa

Ossezia del Sud e Abkhazia per Mosca sono indipendenti

Fassino: «Bisogna evitare la rottura tra la Nato e Mosca. Mai come adesso il ruolo dell’Unione europea può risultare la carta decisiva»

Ciò che si temeva è successo. La Russia, per mezzo del presidente Dimitri Medvedev, ha riconosciuto l’indipendenza di Ossezia del Sud e Abkhazia dalla Georgia. Immediate, e molto dure, le reazioni del mondo occidentale, che boccia senza mezzi termini la decisione unilaterale presa dal Cremlino. Intanto i rapporti tra Mosca e la Nato continuano a sgretolarsi, al punto che i russi potrebbero negare il transito delle truppe dell’alleanza atlantica attraverso il proprio territorio nel contesto delle operazioni militari in Afghanistan. L’Unione europea, da canto suo, invita, da una parte a difendere l’integrtità territoriale della Georgia, dall’altra a proseguire le trattative affinché la Russia entri a far parte del Wto. Il ministro ombra degli Esteri Piero Fassino, sottolineando che l’Ue può essere la «carta decisiva» per uscire da questa delicata crisi, esorta il governo italiano a lavorare «per evitare la rottura dei rapporti con la Russia» e per portare avanti iniziative volte a creare una pace condivisa e durevole.

Medvedev riconosce le secessioni delle due repubbliche indipendentiste
La Russia ha riconosciuto l'indipendenza dalla Georgia delle repubbliche di Ossezia del sud e Abkhazia. Dopo il via libera del Parlamento, l’annuncio del presidente russo Dmitri Medvedev, che si è rivolto con un videomessaggio alla nazione. Guardando la telecamera, con alle spalle la bandiera russa, il leader del Cremlino ha definito la decisone «non semplice» da prendere, e tuttavia necessaria. Medvedev ha sottolineato che la mossa russa costituisce una chiara risposta nei confronti degli «speculatori politici», che temono che la Russia prima o poi ingloberà i due piccoli territori. Il leader del Cremlino ha ricordato che Mosca ha insistito per la linea delle trattative, e il non uso della forza, anche dopo la proclamazione unilaterale dell'indipendenza unilaterale del Kosovo. Ma ha sottolineato che tutte le proposte russe «purtroppo sono state ignorate anche alla Nato e persino all'Onu». Il presidente ha inoltre assicurato che la Russia «sosterrà Ossezia del Sud e Abkhazia in caso di un attacco militare.

Dure reazioni dei governi occidentali
Il Segretario di Stato Usa, Condoleeza Rice, definisce «deprecabile» il riconoscimento russo dell'indipendenza dell'Abkhazia e dell'Ossezia del Sud, sottolineando che fanno parte della Georgia e che «rimarranno tali», e «dal momento che gli Stati Uniti sono membro permanente al Consiglio di sicurezza dell'Onu questo riconoscimento arriverà morto al Consiglio». Da Parigi, il portavoce dell’Eliseo Eric Chevallier usa la stessa espressione («deprecabile») per definire la decisione di Mosca e tiene a ricordare che la Francia «tiene all’integrità territoriale della Georgia». Anche il governo britannico respinge «categoricamente» il riconoscimento russo dell'indipendenza dell'Abkhazia e dell'Ossezia del Sud e riafferma la «sovranità» della Georgia sulle due regioni separatiste». Da Londra fanno sapere che l’iniziativa russa «va contro gli obblighi che il Cremlino ha assunto in diverse occasioni nelle risoluzioni del Consiglio di sicurezza e non aiuta a rafforzare le prospettive di pace nel Caucaso». Stessa posizione espressa dalla Germania che, per voce della Cancelliera Angela Merkel, definisce il riconoscimento illegittimo, in quanto «contrario al diritto internazionale».

Ue: difendiamo integrità territoriale della Georgia ma evitiamo rottura con Russia
L'Unione europea sostiene l'integrità territoriale della Georgia, e lo ribadisce. Sull'altro tema centrale di discussone, cioè su possibili ritorsioni nella trattativa per l'ingresso della Russia del Wto la Ue ripete che la sua posizione, «nell'interesse di tutti» è che Mosca acceda all'Organizzazione. La questione georgiana sarà comunque al centro del Vertice straordinario della Ue di lunedì prossimo. Per quanto riguarda la pratica Wto, Power, che è il portavioce del Commissario al Commercio Peter Mandelson, spiega che «la decisione spetta al Wto. E' una trattativa che va avanti da anni, che avrebbe forse potuto concludersi quest'anno ma ci sono ancora questioni da risolvere, la situazione non è facile».

Rapporti Nato-Russia deteriorati, Mosca vuole congelare transito per Afghanistan
La Russia non ha ancora bloccato l'accordo sul transito militare della Nato in Afghanistan attraverso il suo territorio, ma «potrebbe farlo». Lo ha detto il vice capo di Stato maggiore russo Anatoly Nogovitsin nel corso di una conferenza stampa presso la sede di Ria Novosti. Secondo l'alto esponente del Ministero della Difesa, «una cosa simile può accadere perché un certo numero di dichiarazioni sono state rilasciate dal Pentagono e da altri paesi su eventuali sanzioni». Lo scorso 8 marzo la Nato aveva invitato Mosca a collaborare in una missione di mantenimento della pace in Afghanistan.

Fassino: Ue può giocare ruolo decisivo
«Considero corretto l'approccio dell'Unione europea e il sostegno ad esso dell'Italia. Bisogna lavorare perché non ci sia una rottura dei rapporti tra Russia e Nato. E mai come adesso l'Ue può svolgere un ruolo particolarmente importante, la carta decisiva». Questa la posizione espressa dal ministro ombra degli Esteri del Pd, Piero Fassino, durante la riunione delle commissioni congiunte Esteri di Camera e Senato. «La riunione delle commissioni avrebbe potuto essere più tempestiva» è stato l'appunto mosso da Fassino al governo. Ma il rappresentante del Partito Democratico ha sottolineato che la relazione svolta questa mattina dal ministro Frattini ha alcuni «aspetti di dettaglio condivisibili». Fassino ha definito «corretto quanto fatto fin qui dall'Ue», la «mediazione politica» sostenuta anche dall'Italia, ma ha sottolineato che ora il problema è «come si passa dalla tregua alla pace che per essere stabile deve essere condivisa e deve essere frutto di un'azione negoziale».

Il ministro ombra del Pd ha analizzato le eredità del passato che oggi pesano sulla crisi, tra le quali il «modo caotico e convulso con cui nel '91 le repubbliche caucasiche sono nate». Ma ha focalizzato in particolare l'attenzione sul «principio di omogeneità etnica» che si è andato affermando con la dissoluzione della Jugoslavia. Se passa quel principio, al posto di quello di cittadinanza (come in Ossezia e Abkhazia), secondo Fassino, potrebbe derivarne un «gioco del domino» potenzialmente con ripercussioni su «tutte e 204 le nazioni del mondo». Quanto alla soluzione della crisi georgiana, secondo il ministro ombra del Pd la «migliore strategia non passa da una logica dell'accerchiamento nei confronti della Russia, che anzi rischia di congelare ogni possibilità di soluzione». Al contrario, «la possibilità di fare evolvere le posizioni deriva dalla costruzione in positivo di un partenariato con la Russia», anche sul tema dei diritti umani.

A questo fine Fassino ha sottolineato l'importanza dell'Europa: «Va dato atto alla presidenza francese di essersi mossa con tempestività e determinazione, il che vuol dire che non sempre l'Ue è un soggetto debole». E ha sostenuto l'opportunità di promuovere «una conferenza regionale per la stabilità del Caucaso», auspicabilmente con la partecipazione di Osce, Onu e Ue, per la quale «il governo dovrebbe spingere, offrendo anche Roma come sede».

Ste.Ca.