L'idea di Borghi: riprendersi il tesoro della Banca d'Italia
L'economista della Lega vuole riportare nelle mani dello Stato le riserve d'oro presenti nelle casse di Bankitalia. Per farlo ha depositato una proposta di legge
ROMA – C'è una proposta di legge, nei cassetti della Camera dei deputati, che potrebbe riportare nelle mani dei cittadini un autentico tesoretto: l'oro contenuto nelle casse della Banca d'Italia. L'idea è di Claudio Borghi, parlamentare della Lega e presidente della commissione Bilancio, che la coltiva da prima ancora che il suo partito finisse al governo, e che l'ha depositata a Montecitorio già tre mesi fa, dove ora attende di essere messa in discussione.
Sotto il controllo del governo
Il provvedimento avanzato da Borghi è costituito da un solo articolo, che intende dare «un'interpretazione autentica» alla normativa sulle riserve auree nazionali: che sono sì gestite e detenute, «ad esclusivo titolo di deposito» da Bankitalia, si legge nella proposta di legge, ma «di proprietà dello Stato italiano, comprese quelle detenute all'estero». Insomma, i preziosi lingotti sono di proprietà dello Stato italiano, sostiene il deputato leghista, anche se ad oggi non esiste una norma che lo affermi esplicitamente.
Di chi è quell'oro?
Tanto che la Banca d'Italia scrive inequivocabilmente, anche sulle pagine del suo stesso sito ufficiale, che l'oro è da considerarsi di sua proprietà: «Il quantitativo di oro di cui la Banca d'Italia è ad oggi proprietaria è frutto di una serie di eventi che hanno permesso all'Istituto di diventare, nel tempo, uno dei maggiori detentori al mondo di metallo prezioso». E, in effetti, le riserve nelle casse di palazzo Koch sono decisamente ingenti: nello stesso testo di legge Borghi scrive che Bankitalia «il quarto detentore di riserve auree al mondo, dopo la Federal Reserve statunitense, la Bundesbank tedesca e il Fondo monetario internazionale. Il quantitativo totale di oro detenuto dall'istituto, a seguito del conferimento di 141 tonnellate alla Banca centrale europea, è pari a 2.452 tonnellate (metriche); è costituito prevalentemente da lingotti (95.493) e, per una parte minore, da monete». Una ricchezza che farebbe molto comodo ai bilanci pubblici.
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