19 aprile 2024
Aggiornato 20:30
Made in Italy

Torna a crescere la produzione di castagne

Con un aumento stimato in media del 20% rispetto a un 2014 che aveva fatto segnare il minimo storico, per effetto degli attacchi del cinipide del castagno, il parassita cinese che fa seccare gli alberi e ha provocato nei boschi italiani una vera strage.

ROMA - Torna a crescere la produzione di castagne Made in Italy, con un aumento stimato in media del 20% rispetto a un 2014 che aveva fatto segnare il minimo storico, per effetto degli attacchi del cinipide del castagno, il parassita cinese che fa seccare gli alberi e ha provocato nei boschi italiani una vera strage. Il trend positivo a livello nazionale che trova riscontro anche nel Lazio che, con una produzione media di circa 80.000 quintali l'anno per un valore che supera i 13 milioni di euro, si colloca in quinta posizione a livello nazionale per superficie investita a castagno da frutto. Si tratta di 5650 ha, poco più del 7% della superficie nazionale, ripartiti in poco più di 6000 aziende che rappresentano un' incidenza sul dato nazionale del 9%. Coldiretti Lazio stima che, dopo un 2014 nero, anche nel Lazio si dovrebbe tornare ai livelli medi di produzione registrati negli anni passati con conseguente ristoro anche in termini di prezzi e quindi di valore aggiunto.

Questo anche grazie alla importante lotta biologica condotta dalla Regione al cinipide attraverso i lanci del suo nemico naturale, il parassitoide Torymus Sinensis, che ha dato risultati positivi nei castagneti del territorio laziale. Infatti i rilasci del parassita Torymus Sinensis effettuati nel 2015 hanno interessato 61 territori comunali (7 nella provincia di Frosinone, 5 nella provincia di Latina, 18 nella provincia di Rieti, 16 nella provincia di Roma, 15 nella provincia di Viterbo) per un numero complessivo di 113 lanci, di cui 100 acquistati con un fondo regionale di 12.500 euro, e 13 utilizzando per la prima volta il Torymus Sinensis prodotto nel Centro di Moltiplicazione di Caprarola. In aggiunta ai lanci acquistati dalla Regione Lazio, sono stati effettuati ulteriori 172 lanci acquistati privatamente dagli enti locali e dalle associazioni.

Nonostante il ritorno delle castagne Made in Italy resta il rischio - continua la Coldiretti Lazio - di trovarsi nel piatto, senza saperlo, castagne straniere con le importazioni che nel Lazio ammontano in media a circa 5000 quintali di prodotto per un valore che supera di poco il mezzo milione di Euro che arriva per il 90% nella provincia di Viterbo. Viterbo e il comprensorio dei monti Cimini che rappresentano nel Lazio la metà delle superficie investite (2800 ettari) e del valore medio realizzato ( circa 7 milioni di euro) con la punta di diamante costituita dalla Castagna di Vallerano DOP. Da qui la richiesta di Coldiretti Lazio di assicurare più controlli sull'origine delle castagne messe in vendita per evitare che diventino tutte, incredibilmente, tricolori.

In Italia le castagne arrivano principalmente da Spagna, Portogallo, Turchia e Slovenia, con le importazioni che nel giro di 2 anni sono quasi triplicate in valore provocando forti ripercussioni sui prezzi corrisposti ai produttori, anche inferiori a 2 euro al kg. Da qui la richiesta di Coldiretti Lazio di assicurare più controlli sull'origine delle castagne messe in vendita nel nostro paese. Non sono noti invece i dati relativi alle importazioni di farina di castagne, perché non esiste un codice doganale specifico, ma solo un codice relativo alla farina ottenuta da frutti di diverse tipologie. È necessario introdurre un codice doganale specifico per la farina di castagne, in modo da poterne monitorare i flussi e l'obbligo di etichettatura di origine per i derivati a base di castagne.