31 luglio 2025
Aggiornato 05:00
Editoria

Libri, mercato in calo dell'1,9% nel 2015

Dalla Buchmesse di Francoforte, dove è stato presentato il nuovo Rapporto sullo stato dell'editoria in Italia dell'Associazione italiana editori, i numeri parlano di un calo del mercato di 1,9 punti percentuali nei canali rivolti a lettore e di un -4,6% rispetto al numero di copie vendute.

FRANCOFORTE - I primi otto mesi del 2015 per il mercato del libro confermano la tendenza alla riduzione dei cali di fatturato, ma ancora il segno resta negativo. Dalla Buchmesse di Francoforte, dove è stato presentato il nuovo Rapporto sullo stato dell'editoria in Italia dell'Associazione italiana editori, i numeri parlano di un calo del mercato di 1,9 punti percentuali nei canali rivolti a lettore e di un -4,6% rispetto al numero di copie vendute.
Dal punto di vista dei titoli pubblicati si passa dai 25.521 dei primi sei mesi del 2013 (novità e nuove edizioni) ai 30.961 pubblicati tra gennaio e giugno di quest'anno. Il cambiamento produttivo più evidente avviene però con la crescita dei titoli in formato ebook, stimolato anche dalla nuova Iva al 4%. Una crescita del 50% tra il periodo gennaio-giugno 2013 e il corrispondente periodo di quest'anno, dai 13.403 del 2013 ai 26.908 del primo semestre 2015. L'incidenza che l'ebook ha sulla produzione di carta ha raggiunto ormai la soglia dell'86,9%, dato particolarmente significativo visto che era del 28,8% solo quattro anni fa.

Motta (Aie): lavoriamo duro per crescere, ma editori sono soli
«L'editoria italiana intravede un miglioramento nel 2015 ma il segno è ancora meno. Stiamo lavorando duro per arrivare al segno più, attraverso investimenti, innovazione, cambiamenti nell'essere editore oggi. C'è però un problema di fondo: è arrivato il momento di smetterla con i proclami d'amore per il libro e la lettura che non si traducono in azioni serie ed efficaci». Così il presidente dell'Associazione italiana degli editori, Federico Motta, ha commentato dalla Buchmesse di Francoforte i dati che emergono dal Rapporto sullo stato dell'editoria in Italia, presentato proprio nella grande fiera tedesca.
Motta, in particolare, ha incalzato la politica: «Vi sono - ha aggiunto il presidente - sistemi semplici per definire cos'è una priorità: è dove si investe prima che altrove. E allora: 33milioni di euro è il budget del Centre national du livre francese, meno di un milione quello del nostro Centro per il Libro. La verità è che la classe dirigente, politica ma non solo, non sa cosa è un libro perché non legge nemmeno un libro all'anno: è così per il 39,1% dei dirigenti e professionisti italiani (contro il 17% di francesi e spagnoli). Il segno più o meno del nostro mercato, al netto di ciò che possiamo fare noi come settore, è solo una conseguenza».

Il Sottosegretario Buitoni: Non si può avere sviluppo civico senza il libro
Il sottosegretario ai Beni e alle Attività Culturali e al Turismo, Ilaria Borletti Buitoni, ha voluto ribadire l'impegno del governo per il settore del libro. «Non si può avere sviluppo civico - ha detto - prima ancora che culturale e sociale, senza il libro. Del resto, i numeri dell'attuale Buchmesse, e la rilevanza della partecipazione italiana a questa edizione, sono proprio un'indicazione in tal senso. Chi vorrebbe consegnarlo al passato pensa solo al suo supporto materiale. Non considerando che esso potrà cambiare con il mutare delle tecnologie, senza con ciò esaurire la insostituibile funzione del libro nella civiltà moderna».