28 agosto 2025
Aggiornato 05:30
Le ipotesi dei sindacati

Cgil, Cisl e Uil: Salvare il trasporto pubblico si può

I sindacati lavorano sull'alternativa alla privatizzazione dei trasporti pubblici. Negli ultimi cinque anni a livello nazionale sono stati tagliati 850 milioni di euro ai trasporti e la Regione Lazio è tra quelle più colpite

ROMA – Il trasporto pubblico continua a subire tagli importanti e le conseguenze di ciò hanno reso ancora più evidente le criticità del settore, ormai già tristemente note. Cgil, Cisl e Uil si dicono convinti che salvare il trasporto pubblico non è impossibile come vogliono farci credere. A livello nazionale, i tagli sono stati ingenti: solo negli ultimi anni ci sono stati 850 milioni di tagli, 664 solo negli ultimi due.

Lo studio di Cgil, Cisl e Uil
Per quanto concerne la situazione nella Regione Lazio, questa risulta essere la più penalizzata in Italia: i tagli arrivano infatti fino al 32% rispetto alla spesa storica. Alla luce di questo dato preoccupante, si rende necessaria l'attivazione di strumenti mirati a razionalizzare la spesa. Cgil di Roma e del Lazio, dalla Cisl Roma e dalla Uil di Roma e del Lazio che, in collaborazione con l’Eures, hanno messo a punto un dettagliato studio sul TPL regionale per far sì che si evidenziasse che il trasporto pubblico di Roma può essere salvato, garantendo così anche risparmi e qualità del servizio.

L'agenzia e l'azienda unica
l segretario generale della Cgil Claudio Di Berardino, il responsabile della Cisl Roma Capitale, Mario Bertone e il segretario generale della Uil di Roma e del Lazio, Alberto Civica sono concordi nell'affermare che «Servizi poco efficienti, costi e dispersione di capitali che potrebbero essere evitati attraverso la costituzione di un’Agenzia unica prima e di un’Azienda unica subito dopo. Il sindacato ha proposto sin dal 2007 alla Regione l’accorpamento delle varie società esistenti, presupponendo un forte risparmio della spesa pubblica. Oggi dimostreremo, dati alla mano, a quanto ammonterebbe tale risparmio e come risolvere il garbuglio attuale, partendo dall’accordo siglato lo scorso 17 luglio».

Gli scenari possibili
Per l'80% il trasporto regionale è gestito da Cotral e ATAC, che, però, sono affiancate da numerose altre piccole e medie imprese, soprattutto private. Come spiegano i sindacati, «partendo dall’analisi dei costi complessivi delle società di gestione del TPL regionale attualmente esistenti, confrontate con quelle attese per la nascente Agenzia Unica per la mobilità, abbiamo ipotizzato due scenari possibili il primo considera una riduzione degli organi amministrativi, la parziale dismissione delle immobilizzazioni ed una riorganizzazione della dirigenza di circa il 33% rispetto alla consistenza attuale; il secondo considera invece un intervento più incisivo, prevedendo un complessivo dimezzamento dei costi attualmente sostenuti».

La razionalizzazione delle spese
Il primo scenario proposto prevede un taglio delle spese del 33%: ciò significherebbe che invece dei 790 milioni di euro spesi oggi, il trasporto pubblico costerebbe 529,3 milioni di euro. La seconda ipotesi presa in considerazione dai sindacati prevede, invece, addirittura il 50% dei tagli delle spese, che, quindi, ammonterebbero a 395 milioni. Come si legge nel comunicato, «La razionalizzazione delle spese sarà dovuta soprattutto alla dismissione delle immobilizzazioni materiali, a un ulteriore taglio alla spesa per i compensi dei membri del Consiglio di Amministrazione e dei collegi sindacali, che diventerebbero così un unico organo, e alla riduzione dei compensi dei dirigenti». «Spese che scenderebbero drasticamente con un accorpamento di tutte le aziende di erogazione esistenti, sul modello della Puglia – spiegano i segretari confederali – dove il Co.tra.p. (Consorzio trasporti Puglia) ha integrato le 72 imprese di tpl pubbliche e private esistenti sul territorio regionale. Oppure il Piemonte che, pur non disponendo ancora di un’unica azienda di erogazione, ha creato da dieci anni un’Agenzia Unica, in grado di gestire il tpl in maniera associata per bacini di utenza, arrivando persino, in alcune zone, all’eliminazione del bit cartaceo e alla creazione della prepagata destinata esclusivamente al trasporto, il cui credito viene detratto durante il viaggio. Non pretendiamo tanto, ma un servizio pubblico ed efficiente sì».

Situazione intollerabile
C'è, inoltre, da sottolineare come ormai sia divenuta insostenibile la situazione degli autobus in circolazione rispetto a quelli in deposito: dei 2.089 autobus Atac attualmente sono in circolazione soltanto 1.167, ovvero 1.532 durante il periodo invernale. Degli oltre 5 mila autisti, oltre il 10% è ogni giorno a rimane in deposito per mancanza di mezzi disponibili. Come sottolineano i sindacati, «Ovviamente non è tollerabile una situazione del genere Cittadini e lavoratori sono esasperati, come vediamo quotidianamente e la politica reagisce addossando loro le responsabilità di negligenze, per usare un eufemismo, perpetrate negli anni. L’Agenzia e l’Azienda unica permetterebbero, come abbiamo dimostrato con i numeri, di salvare il trasporto pubblico e la qualità del servizio. L’importante è voler recepire ed agire in sinergia e con lucida concretezza».